L’assessore Caudo rivendica per Roma gli immobili dello Stato

Il responsabile dell'Urbanistica è stato ascoltato dalla commissione consiliare Roma Capitale e Riforme istituzionali

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L’assessore all’urbanistica Giovanni Caudo che sino ad oggi è rimasto piuttosto nell’ombra,  stamattina è stato ascoltato dalla commissione consiliare Roma Capitale e Riforme istituzionali dove ha spiegato che lo Stato, a Roma, è proprietario di ben 181 beni demaniali. Su questo ben di Dio il Comune intende mettere le mani approfittando del cosiddetto “decreto del Fare”.

Infatti il Comune ha già chiesto il trasferimento di questi beni, e o l’agenzia del Demanio avrà 60 giorni per dare la una risposta. Una volta ottenuto il risultato Caudo assicura che si potrà avviare l’esito la procedura di valorizzazione che stabilisce il valore di questi beni, poi il 75% della valorizzazione, ma non necessariamente da dismissione, resterà all’amministrazione, mentre il 25% tornerà al Demanio. Poi si vedrà come procedere.

Oggi, ad esempio il Comune paga un canone d’uso di circa 522mila euro annuo per i Fori Imperiali e piazza Venezia, Castro Pretorio, viale dell’Università e anche di una parte di corso Vittorio. Tra le aree richieste ci sono tutte le 11 caserme non ancora inserite nel protocollo del 2010, le aree dei parcheggi di Ponte Mammolo e Valle Aurelia e il nodo di scambio di Marconi, ma anche tutta la parte riguardante le scarpate, i fossi e soprattutto gli argini del Tevere, come la porzione che fiancheggia Porta Portese.

Ben avviato il discorso dei Forti. Insomma una grande operazione di smobilizzo e riutilizzo di immobili pubblici ma per vederne la destinazione o gli eventuali proventi di vendita ci vorranno anni. Il settore delle costruzioni ha bisogno di un impulso alla ripresa, ma da subito.

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