Ignazio Marino e la sua giunta sulla mina dei Punti verde qualità

Alcuni lavoratori si sono incatenati di fronte all'assessorato all'Ambiente chiedendo un incontro con Estella Marino

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Qualcuno si ricorderà lo scandalo dei Punti verde qualità che la nostra testata aveva sollevato meritandosi minacce di gambizzazione. Ebbene dopo mesi di silenzio la questione riemerge con forza perché le cooperative che lavoravano per “La Edilhouse”, costruttrice fallita del Pvq parco Kolbe, non sono state pagate. Così i lavoratori delle cooperative sociali Parsec flor e La cacciarella si sono incatenati di fronte alla palazzina dell’assessorato all’Ambiente chiedendo un incontro con Estella Marino.

E pensare che a inaugurare il Kolbe (non ancora completato) nel luglio del 2012 si recarono fior di esponenti della amministrazione Alemanno fra tagli di nastri, brindisi e pacche sulle spalle a quell’imprenditore Munno che non compariva come amministratore, ma era considerato il promoter della grande iniziativa. Munno d’altra parte, pur avendo qualche precedente penale, vantava una affettuosa vicinanza con l’allora sindaco Alemanno e a certi ambienti dell’estrema destra non proprio raccomandabili.

Relazioni che gli consentivano anche di aver un facile accesso al credito. Certo, la Finanza aveva fatto qualche visitina presso gli uffici della Edilhouse quando pareva che il bubbone dei Pvq dovesse scoppiare da un momento all’altro. Soprattutto dopo l’arresto dell’imprenditore Dolce del Pvq Spinaceto da poco rinviato a giudizio, unica vittima insieme al suo socio, delle indagini del procuratore Orano, che comunque non hanno mai coinvolto Andrea Munno. Questo non vuol dire che il problema non rimanga esplosivo per le casse del Comune che hanno garantito con fideiussione al 90% decine di milioni per i mutui contratti dai concessionari.

Ora questi fanno il botto uno per uno, ma soprattutto non pagano le rate di mutuo al Credito Cooperativo che prima o poi da qualche parte dovrà pur rivalersi. Ad es. sul Parco Feronia della sorella di Mokbel e di suo marito ing. Scarrozza che aveva lasciato un buco di almeno una decina di milioni che nessuno rimborserà mai al Credito fra cessioni, liquidazioni e  fallimenti. Oggi alcuni concessionari virtuosi, con l’acqua alla gola, invitano non Estella, ma Ignazio a riprendere in mano la questione salvo guai peggiori.

Ma il fatto più grave è che nessuno ha ancora una idea delle dimensioni del danno perché da oltre una anno non si discute più della questione, nonostante la nomina di commissioni ad hoc che non hanno prodotto un bel niente. Scomparsa dalla scena l’ormai fantomatica associazione dei concessionari, non resta che la protesta dei lavoratori a testimoniare le conseguenze della probabile ‘grande sola’.

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