Comune di Roma, Ignazio Marino: acqua, danni e fantasia

Il sindaco vuole mostrarsi efficiente nella quantificazione dei danni: ma la cifra dovrà stabilirla un commissario

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Per due giorni un pò tutti avevano dato i numeri al lotto sull’entità dei danni che Roma, soprattutto nelle periferie, avevano subito a seguito della “bomba d’acqua” le cui dimensioni, tanto per non fare figuracce, il sindaco aveva quantificato, dati scientifici alla mano. Allo stesso modo (e Ignazio Marino è uomo di scienza) il sindaco aveva urgente bisogno di quantificare i danni che nella serata di ieri risultavano stimati, con precisione chirurgica, in 222.146.525 euro, nè uno in più nè uno in meno. E poi giù l’elenco zona per zona ed il ringraziamento del sindaco a «tutti gli uffici di Roma Capitale, che in pochissimo tempo sono riusciti a stilare un elenco puntuale dei danni subiti dal territorio cittadino…»

L’UKAZE AI MINISINDACI. Una prova di efficienza rara se non fosse che questa mattina Giovanna Vitale sull’edizione romana di Repubblica riporta la lettera del capo di gabinetto  Fucito che intima perentoriamente ai presidenti dei municipi di compilare «la scheda allegata alla presente» e restituirla, debitamente compilata e «in formato excel entro le 18 di oggi 4 febbraio 2014». Ovvero solo 5 ore dopo la diramazione dell’ukase del sindaco. Basta con le fantasie spannometriche, le illazioni, le voci, i numeri al lotto, adesso “ghe pensi mi”, potrebbe aver pensato il sindaco del fare. Il fatto è che in 5 ore i minisindaci, accompagnati dai tecnici, al massimo possono farsi un giretto su territori spesso vasti come una media città italiana.  Ma l’ufficio stampa di Marino sa benissimo che i media hanno bisogno di numeri e non di chiacchiere (a quelle ci pensa l’effluvio di comunicati) e allora eccoli serviti. Se a pensar male non si sbaglia mai non è da escludere che i minisindaci, da tempo senza risorse, abbiano approfittato per tenere i numeri un pò altini, ma con la fame che c’è, poco male. Tutto fa brodo per Roma. Sin qui la malevole interpretazione di una opposizione che farebbe meglio star zitta per come ha consegnato la città al successore di Alemanno.

100 MILIONI SOLO PER LE STRADE. Poi  arriva l’assessore ai lavori pubblici Paolo Masini che dopo aver citato i 10 milioni stanziati d’urgenza ci dice che per rimettere a posto le strade ci vorranno almeno 100 milioni di euro contro la miserabile somma di 24 concessa dal Governo in applicazione della spending review e spesi non gran che bene, almeno a vedere che e dissesti segnalati  l ben prima della “alluvione”.

I SOLDI DELL’EMERGENZA. Insomma, Letta deve metter mano al portafoglio. Per questo Zingaretti, su sollecitazione di Marino (ma forse ci sarebbe arrivato da solo) ha chiesto la proclamazione dello stato di emergenza che è ben altro da quello di calamità di esclusiva competenza della Regione. Infatti per l’emergenza la stima dei danni deve essere presentata alla Protezione Civile che tramite un commissario quantificherà quelli risarcibili (solo in parte per i privati). Per il resto occorre un intervento straordinario del Governo come per i terremoti, ma siamo pronti a scommettere che ben difficilmente stanzierà 222.146.525 euro senza accontentarsi di arrotondare i 525.

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