Campidoglio, Fucito ha due stipendi. I più ricchi nelle partecipate

Il capo di gabinetto di Ignazio Marino somma le retribuzioni di funzionario del Senato con quella del Comune

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Sugli stipendi dei dirigenti delle municipalizzate del Comune di Roma, talora superiori addirittura a quello del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, insistiamo da tempo soprattutto perché  non corrispondono alla qualità dei servizi prestati ad una città in sofferenza. Oggi sull’argomento ritorna la Uil di Roma e del Lazio che in collaborazione con l’istituto di ricerca Eures ha presentato uno studio che lascia francamente perplessi se si considera che il totale quegli stipendi ammonta a più di 37 milioni di euro, con un compenso medio di circa 125mila euro a testa.

ACEA. Il primato va all’amministratore delegato del gruppo Acea, Paolo Gallo, che si porta a casa 790mila euro lordi annui, 36mila in più rispetto allo scorso anno. Ma in Acea non se la passa male nemmeno il presidente Giancarlo Cremonesi che oltre alle numerose consulenze esterne percepisce 408mila euro anno e non molla la poltrona di presidente della Camera di Commercio. In terza posizione il presidente del collegio dei sindaci, Enrico Laghi, con soli 286mila euro mentre i sei direttori dell’azienda costano complessivamente 2 milioni.

TRASPORTO PUBBLICO. Atac vanta invece 85 dirigenti, uno ogni 130 dipendenti, con stipendi dai 325mila agli 80mila euro per un totale di circa 13 milioni. Il solo Antonio Abbate, nominato amministratore unico di Atac Patrimonio dal nuovo Ad di Atac Danilo Broggi, incassa  325mila euro. Questo per quanto riguarda lo studio della Uil sulle municipalizzate, ma che dire dei 225 dirigenti del Comune che mediamente percepiscono oltre 100mila euro l’anno per gestire una macchina che fa acqua da tutte le parti?

IL CASO FUCITO. Per di più ieri è scoppiato in Consiglio lo scandalo del doppio stipendio  di Luigi Fucito, capo di gabinetto del sindaco, che guadagna di 263mila euro che sono la somma dei 190mila euro percepiti dal Senato di cui è ancora funzionario più i 73mila del Campidoglio. Lo stesso cumulo viene riconosciuto a due suoi “subordinati”, Maria Frati e Giampiero Bistoncini. Anche l’assessore al bilancio Daniela Morgante somma lo stipendio di assessore con i  37.500 euro l’anno, ovvero la metà di quanto le spetta nel ruolo di magistrato alla Corte dei Conti. Mentre 75mila euro li intasca il collega allo Sport Luca Pancalli che a dispetto della smentita, come riporta su Repubblica Giovanna Vitale  –  continua a percepire i 45mila euro in qualità presidente del Comitato italiano paralimpico (più i 7mila da membro della giunta Coni) come risulta ancora dal sito del Cip. Insomma, pare proprio che a Roma nessuno nelle alte sfere muoia di fame. L’unico a rimetterci è Ignazio Marino che guadagna un terzo e talora molto meno di molti suoi dirigenti, dopo aver rinunciato al suo seggio in Senato.

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