Bilancio Comune di Roma, una maggioranza più di lotta che di governo

I conti della capitale ancora a rischio default, ma tutti premono perché nulla cambi rispetto alla situazione attuale

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E’ appesa davvero ad un filo la sorte dei bilanci capitolini 2013 e 2014 perché se la fiducia al governo Renzi viene votata domani, come previsto, ci sono solo tre giorni per approvare il decreto “salva Roma”, attualmente alla commissione della Camera. L’accordo politico c’è, quindi sono improbabili i rischi di ostruzionismo anche dai 5 Stelle che hanno portato a casa l’emendamento sugli affitti d’oro, E poi, alla peggio, se si è arrivati in zona Cesarini la colpa sarà dei “nemici di Roma” che hanno bloccato il decreto per due mesi al Senato. Ma la storia non finisce qui perché Ignazio Marino e il suo assessore al bilancio Daniela Morgante, entro 60 giorni dalla approvazione, debbono presentare un piano di rientro dal disavanzo strutturale al Ministero dell’Interno, al Ministero dell’Economia e alle Camere. Il piano dovrà prevedere il contenimento dei costi e la valorizzazione del patrimonio a partire dalle società controllate.

CAMPIDOGLIO SOTTO TUTELA – Il Campidoglio, che grazie al Salva-Roma otterrà risorse per 475 milioni di euro, rimane di fatto sotto tutela. Due mesi di passione durante i quali si continuerà a pagare fornitori e stipendi in dodicesimi, esattamente come fece Alemanno per quasi un anno. Il quesito è se questa Amministrazione, al di fuori dei proclami ideologici tanto cari a Sel e al sindaco, sarà in grado non solo di proporre un piano di tagli triennale (che contabilmente non è cosa impossibile), ma soprattutto di prevedere quelle misure di ristrutturazione e contenimento dei costi soprattutto delle municipalizzate. Ad oggi sembra prevalere la logica del rinvio confidando nella benevolenza dell’amico Renzi, tanto che dal chirurgo si sente parlare solo di risorse aggiuntive che il Governo deve concedere alla Capitale e poco di programmi di risanamento.

INDEBITAMENTO MILIARDARIO – Il che sarà pure “de sinistra” ma si scontra con l’indebitamento ormai miliardario delle municipalizzate e con un bilancio capitolino di 6 miliardi completamente impegnato nelle spese correnti. Il default tecnicamente non è scongiurato per i prossimi anni, anzi Atac è già praticamente fallita. Curiosamente maggioranza, opposizione e sindacati fanno blocco per difendere l’indifendibile presente. No ai tagli del personale e a quelli degli stipendi, no all’aumento di tasse e tariffe, no alla chiusura delle municipalizzate (da Farmacap a Zetema e Risorse per Roma) ecc. ecc. ecc. Insomma un “no a tutto” più coerente con una opposizione di lotta che non ad una maggioranza di governo.

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