Comune di Roma salvo col nuovo decreto, ma resta in libertà vigilata

Stesse cifre del provvedimento precedente: non verrà prolungata la restituzione del debito pluriennale

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Roma è salva? Almeno così pare per ora. Il testo del decreto approvato stamane dal Governo è notevolmente diverso rispetto a quello favorevole del decreto Letta. Infatti il decreto legge sugli enti locali è stato proposto in maniera differente come ha confermato il sottosegretario Del Rio che ha seguito da vicino tutta la vicenda tenendo i rapporti con il Campidoglio. Infatti, scrive il sottosegretario in una nota d’agenzia «la somma trasferita è la stessa,  ma le modalità sono messe in maniera differente» perché non ci sarà «trasferimento di soldi a Roma, ma  somme dovute dal commissario al Comune che vengono anticipate in maniera da creare massa critica per i problemi finanziari che sapete.»

IN ARRIVO 570 MILIONI – In serata il sottosegretario spiegava che il Commissario straordinario per il debito del Comune di Roma è autorizzato ad anticipare alla gestione ordinaria del Comune l”importo  «altrimenti dovuto in più rate e prevalentemente derivante dai tributi versati dai cittadini romani.» Si tratta 570 milioni comprensivi di quelli già erogati con il precedente decreto. La nota di palazzo Chigi specifica inoltre che il Comune è vincolato a presentare piani di rientro pluriennali dal debito secondo quanto già approvato, dettando i criteri in parlamento.

VINCOLI PER LE ASSUNZIONI E GLI ACQUISTI – Questo significa rispettare  i vincoli in materia di acquisto di beni e servizi e di assunzione di personale. Seguono poi altri vincoli quali la ricognizione dei fabbisogni di personale nelle partecipate; adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti e di spazzamento delle strade anche ricorrendo alla liberalizzazione. Infine  procedere, se necessario, alla dismissione o alla messa in liquidazione delle società partecipate che «non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico» e dismettere quote del patrimonio immobiliare del comune. Il Campidoglio trasmetterà ai ministeri dell’Interno e dell”Economia e delle Finanze e alle Camere il piano di rientro per consentire la verifica della sua attuazione. Come contropartita gli importi destinati al Comune non verranno considerati «tra le entrate finali, rilevanti ai fini del patto di stabilità interno»  e garantiranno l”equilibrio di parte corrente del bilancio di Roma Capitale per gli anni 2013 e 2014. Un prestito in buona sostanza  per soldi dovuti, ma pur sempre soldi pubblici che avrebbero potuto alleggerire il debito miliardario accumulato nei decenni.

 

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