Comune di Roma, la Cgil esorta Ignazio Marino a voltare pagina

Il segretario Claudio Di Berardino avanza delle critiche sull'operato del sindaco

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Non è sfuggita ai presenti la differenza di toni che il segretario della Cgil Roma e Lazio, Claudio Di Berardino (nel corso del congresso della Cgil in corso all’auditorium di via dei Frentani) ha usato poco fa nel giudizio sull’operato della Regione e quello del Comune, perché se viene valorizzato il rapporto che il sindacato ha stabilito con Nicola Zingaretti, a Ignazio Marino non sono mancate le le critiche e soprattutto l’esortazione a “cambiare passo”.

I RAPPORTI CON LA REGIONE – Un refrain che coincide con l’opinione di buona parte del Pd. Infatti per il segretario il governatore ha fatto scelte importanti per la razionalizzazione dei costi della politica, delle società anche con tagli nei consigli di amministrazione. Ma dopo lo “strappo”  sull’aumento dell’addizionale Irpef fortemente contrastato dai sindacati «il presidente e la Giunta  hanno ripreso il confronto fino a sottoscrivere con noi una sorta di memorandum con cui si impegna la Giunta ed il Consiglio ad avere una fascia di esenzione fino a 28.000 euro».
Poi a settembre si vedrà se attuare una diversa modulazione della tassa oppure aumentare l’esenzione.

IL COMUNE DEVE VOLTARE PAGINA – Al sindaco di Roma la Cgil chiede invece di “voltare pagina” anche nelle relazioni sindacali perché  «dopo l”entusiasmo della svolta politico/amministrativa con il Comune i rapporti sono stati altalenanti e spesso legati alle emergenze come ad esempio il Tpl, le vicende dei cantieri della metropolitana e il tema del personale.» Per il trasporto locale Di Berardino insiste  su una sola società fra Regione, Ferrovie dello Stato e Comune di Roma. Mentre per Acea ed Ama « è necessario rafforzare le integrazioni sulle politiche industriali e di chiusura del ciclo dei rifiuti» ma senza liberalizzazioni che diano via libera ad altri soci nè a forme di azionariato popolare.

LA VIA PER LE LIBERALIZZAZIONI – Una posizione che comunque contrasta con le indicazioni del decreto legislativo “salva Roma”  che di fatto apre la porta a possibili liberalizzazioni per risanare la situazione finanziaria della Capitale sull’orlo del collasso. Non è mancata l’immediata risposta del sindaco che ha parlato di promozione delle opere pubbliche e di tagli alla burocrazia inefficiente. Dobbiamo aprire una grande stagione di politiche pubbliche che ridiano certezze a Roma”. E ha aggiunto «non possiamo farci trascinare in ragionamenti esclusivamente centrati su privatizzazioni e liquidazioni per rimettere i conti a posto. Otterremmo solo due risultati: una città socialmente sempre più disuguale e un’amministrazione arroccata sterilmente» allineandosi così alla posizione del sindacato. «Promuovere politiche pubbliche- ha concluso il sindaco- significa dare impulso allo sviluppo di servizi pubblici di qualità, che hanno un solo obiettivo: il benessere di un”intera comunità.»

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