Comune di Roma, Ignazio Marino e Coratti in polemica sul bilancio

Entro il 30 aprile l'approvazione del provvedimento, ma i rapporti tra giunta e consiglio continuano a non essere idilliaci

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Se c’è un momento nel quale il Consiglio Comunale conta davvero è proprio quello della approvazione del bilancio che Ignazio Marino assicura dovrà avvenire entro il 30 aprile. Quindi per molti nella maggioranza e nell’opposizione è suonato male, molto male, l’appello che il sindaco ha rivolto dai microfoni di Radio Radio  a tutti i consiglieri e al presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti, perché il bilancio venga approvato  nelle prossime settimane «in modo da poter conoscere quanto denaro possiamo spendere, per proiettarci verso il futuro, far scorrere le graduatorie e procedere alle assunzioni».

RAPPORTI NON PROPRIO IDILLIACI – Una chiamata in causa che lascia intendere rapporti non proprio idilliaci fra Giunta e Consiglio tanto da meritare una immediata risposta da Coratti per il quale il Consiglio è pronto anzi, prontissimo ad affrontare la discussione ma «non appena il sindaco e la Giunta capitolina saranno pronti e avranno elaborato i documenti relativi al bilancio di previsione 2014» solo allora «avvieremo con sollecitudine l’iter procedurale previsto». Infine sembra voler rassicurare il sindaco da eventuali trappole d’aula quando ribadisce «che il commissariamento della città sarebbe una sconfitta della politica e della democrazia…». Anche il capogruppo del Pd Francesco D’ausilio preme sul sindaco e la Giunta e sostiene che non c’è tempo da perdere.

NON C’È TEMPO DA PERDERE – Ma chi sta perdendo tempo? E poi, perché tirare ancora in ballo il rischio del commissariamento? Ovviamente l’opposizione piuttosto inconcludente sino ad oggi, accusa sindaco e maggioranza di rimpallarsi le responsabilità di un eventuale ritardo nei tempi di approvazione del bilancio, ma è indubbio che questa polemica  tutta fra gli addetti ai lavori non è affatto peregrina. E’ noto che i rapporti fra il sindaco ed il Consiglio, scarsamente produttivo dopo un anno, non siano proprio idilliaci. Nè a risollevarli è servito l’incontro di martedì in aula Giulio Cesare, fortemente voluto da Coratti, che per di più ha dato spazio alle voci di dissenso dei costruttori e degli industriali. Ora Ignazio mette le mani avanti perché non vuole sorprese e, semmai qualcosa dovesse accadere, la colpa sarà dell’aula e non della sua Amministrazione che in ogni caso oltre che con la stesura di un difficile bilancio deve fare i conti con il piano triennale di rientro dal debito. Il resto dei prolissi comunicati con i quali le parti si scambiano messaggi più o meno criptati è solo fumo che fa velo a reciproche e concretissime diffidenze reciproche.

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