Le Cooperative al Comune di Roma: annullare il bando asili nido

Lettera del presidente della Legacoop sociali ai rappresentanti della maggioranza e al presidente dell'assemblea capitolina

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Che cosa è cambiato dopo l’uscita di quel famoso bando di anno fa, precisamente del 12 aprile 2013 con il quale il comune emanava un bando a procedura aperta per la gestione di 8 asili nido di infanzia? Proprio niente, a quanto pare. Sì perché nonostante le proteste delle cooperative e persino un ricorso al Tar, nessuno (nemmeno il Comune Roma) ha mosso un dito.

COSTI TROPPO BASSI PER IL CCNL – La questione riguarda in particolare i costi stabiliti per bambino, troppo bassi per fornire un servizio in linea con il contratto nazionale. Dopo aver in tutti i modi manifestato questa difficoltà è stato il presidente della Legacoopsociali del Lazio Pino Bongiorno ha scritto ai rappresentanti della maggioranza e al presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti per chiedere un intervento risolutivo proprio del Campidoglio alla vicenda. «Chiediamo un intervento urgente che annulli il bando e lo indichi nuovamente con nuove regole. Tale annullamento è ancora possibile». La protesta della Legacoop parte soprattutto dallo sconcerto provocato anche a livello delle famiglie a suo tempo dal bando. «In tutta la città si sono levate voci di protesta per la tariffa di 480 euro a bambino messa  abate d’asta e nettamente al di sotto di quanto stabilito da qualsiasi Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore».

CHIESTO L’INTERVENTO DEL COMUNE DI ROMA – Ora la vicenda è appesa a un ricorso al Tar del Lazio  che al momento è ancora pendente, in quanto non è stata fissata la data dell’udeinza. Ad avvalorare la richiesta di Legacoop non solo i dati del settore, come lo studio del Cnel del maggio 2010, ma anche una sentenza. Si tratta della 1372 del 1 settembre 2011 del Tar della Toscana che spiega come «il potere riconoscibile alla pubblica Amministrazione di sospendere, revocare e/o annullare le procedure di gara, soprattutto se nella fase endoprocedimentale dell’aggiudicazione provvisoria, è sempre esercitabile». Nessun freno dunque a un cambiamento, se non quello di un input chiaro da parte del Campidoglio. «La decisione da prendere è puramente politica» conclude Bongiorno, che ora aspetta una decisione (o almeno una risposta) dalla politica.

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