La sveglia al sindaco l’aveva suonata già la settimana scorsa il segretario della Cgil Claudio Di Berardino sollecitando un confronto “produttivo” con il sindaco sul rilancio economico della Capitale, ma oggi il brontolio minaccioso viene dai tre sindacati della Funzione Pubblica Cgil FP Cisl FP Uil FPL che dopo l’incontro avvenuto oggi in Campidoglio con Ignazio Marino hanno indetto lo stato di agitazione di tutto il personale capitolino.
IL NODO DEL SALARIO ACCESSORIO – Oggetto del contendere proprio la certezza del pagamento del salario accessorio (vedi link) ai 24.000 dipendenti di Roma Capitale a partire dal prossimo mese. Infatti i sindacati esigono che il Fondo Contrattuale non preveda alcun un taglio delle risorse finanziarie rispetto all’anno precedente. Certo, il giudizio degli ispettori del quale parlavamo nel precedente articolo, pesa come un macigno e i sindacati sono disponibili al confronto su quanto emerso dalla relazione in merito al “salario accessorio”, ma la loro disponibilità scivola sine die sugli “eventuali correttivi da apportare inquadrandoli in un più ampio ripensamento dell’ente nel suo complesso.” Un ripensamento che potrebbe richiedere mesi e mesi per la sua discussione e anni per l’attuazione.
IL COMUNE E I CORRETTIVI – Il Comune ha anche presentato ai sindacati le linee della riorganizzazione della macchina capitolina sulla quale si aprirà il confronto nei prossimi giorni, ma i soldi non si toccano anzi tocca garantire sin da oggi che ci sono. Il timore è “che mentre si prova a costruire la macchina capitolina del futuro si penalizzino fortemente i dipendenti che oggi con bassi salari bloccati da anni garantiscono il mantenimento dei servizi.” Quindi Cgil FP Cisl FP Uil FPL svolgeranno a partire dai prossimi giorni assemblee in tutti i posti di lavoro e se non avranno risposte dall’amministrazione sul mantenimento dei livelli salariali intensificheranno le iniziative di mobilitazione fino alla proclamazione dello sciopero di tutti i dipendenti capitolini. Se non è una minaccia poco ci manca.
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