Atac, dalla Regione Lazio 140 milioni. Ma a Ignazio Marino non bastano

In una nota i consiglieri regionali Valeriani e Patanè spiegano l'impegno della Regione e dicono no alle polemiche

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Con una delibera di Giunta ieri pomeriggio la Regione Lazio  ha stanziato 140 milioni per il trasporto pubblico locale di Roma che si aggiungono ai  100 dello scorso anno dopo che l’amministrazione Polverini già in difficoltà per il piano di rientro della Sanità, aveva lasciato Alemanno completamente a bocca asciutta. Le reazioni non hanno tardato ad arrivare, soprattutto dopo che l’assessore alla mobilità del Comune di Roma, Guido Improta, aveva fatto capire di avere bisogni di più soldi «se no l’Atac è a rischio».

L’INTERVENTO DEI CONSIGLIERI – Così oggi in Regione, a spiegare a Improta e ai cittadini che quanto fatto dalla amministrazione Zingaretti è parte di uno sforzo ampio verso i trasporti della capitale in grave crisi da anni hanno pensato due consiglieri regionali del partito democratico. «Soltanto ieri la Regione Lazio ha compiuto un passo importante per il trasporto pubblico della Capitale – hanno detto  Massimiliano Valeriani ed Eugenio Patanè – deliberando in favore del Campidoglio un trasferimento di 240 milioni di euro (di cui 100 sul 2013 e 140 sul 2014). Si aggiunga poi quanto è stato fatto in questo primo anno di amministrazione Zingaretti, vale a dire il pagamento dei debiti contratti in passato per quasi un miliardo di euro, che qualcun altro aveva generato e che noi invece abbiamo saldato. Abbiamo smascherato così un giochino sporco che prevedeva poste in bilancio senza adeguate coperture finanziarie, con i soldi che finivano altrove».

NO ALLE POLEMICHE – I due consiglieri di maggioranza puntano dritto alla sostanza del problema e proseguono: «In questo modo quei soldi noi li abbiamo ridati a Roma, non per un favore ma perché è giusto così. Dispiace che continuino certe polemiche da parte di chi non comprende l’enormità di quanto è stato fatto nelle condizioni date. La Regione Lazio, non a parole ma con i fatti, ha prodotto risultati in pochi mesi, pur avendo ereditato un debito che ammontava a 22 miliardi – continuano Valeriani e Patanè –. Vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto è sbagliato e sarebbe più giusto invece capire che i soldi per il Tpl sono oggettivamente pochi, non solo per Roma, ma per tutto il territorio». Ma quello che sta più a cure alla Regione è di non mettere la capitale in competizioni con i territori, in un momento in cui i comuni chiedono risorse ma le risorse sono più scarse del normale: «L’impressione – concludono i due consiglieri –  è che se i problemi sono di Roma, riguardano tutti, se sono invece degli altri rimangono solo degli altri. E questo non è pensabile. Non serve mettere in competizione la Capitale con il resto della Regione, sarebbe più comprensibile e utile semmai, una battaglia comune per riconoscere al Lazio e a Roma quelle risorse “giuste” che oggi non ci sono, per garantire ai cittadini della Capitale e di tutta la regione un trasporto pubblico più efficacie e competitivo».

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