Neanche al quarto appello si è raggiunto il numero legale ed è così saltata la seduta odierna dell’Assemblea capitolina mentre la notizia veniva accolta al grido di “Buffoni, Buffoni” dai dipendenti comunali presenti fra il pubblico.
LE PROPOSTE DEL SINDACO – Decisiva l’assenza quasi totale della maggioranza, impegnata fino a poche ore fa a via delle Vergini nella riunione preparatoria per la commissione Bilancio, convocata in serata in Campidoglio, per esprimere parere sui nomi indicati dal sindaco Ignazio Marino per il nuovo cda di Acea. Nonostante il nervosismo diffuso nella maggioranza è ormai chiaro che la commissione approverà le proposte del sindaco sia per gli accordi da lui presi con il Governo sia per non turbare la campagna elettorale per le Europee già di per sè fiacca. La conferma che la commissione non porrà ostacoli alla decisione di Marino è venuta poco fa dal segretario del Pd di Roma, Lionello Cosentino, il quale al termine della riunione in via delle Vergini ha dichiarato che «l’orientamento unanime del Partito democratico è che la commissione dovrebbe dare il nulla osta al sindaco» esprimendo tuttavia perplessità sulle sue scelte, ma ricordando che le decisioni spettano solo al primo cittadino.
LA QUESTIONE ACEA – Sempre in giornata il cda di Acea approvava la relazione sull’andamento trimestrale della società che per il quinto trimestre consecutivo conferma un progressivo miglioramento delle performance aziendali. Si chiude così una vicenda che aveva messo in crisi i rapporti già logori fra il sindaco e il Partito democratico con una netta vittoria di Ignazio Marino che forse dopo le elezioni provvederà al rimpasto di Giunta giusto per non acuire le tensioni. Dopo i nomi di questi giorni circola anche la voce che Cecchini, già assessore al sociale con Zingaretti in Provincia e ancor prima direttore della Caritas romana, possa succedere a Rita Cutini, espressione della Comunità di Sant’Egidio, mentre un assessorato potrebbe toccare all’attuale presidente dell’assemblea capitolina Coratti. Nel frattempo l’opposizione indignata per il rinvio del Consiglio con Cantiani attacca il Pd che preferisce «giocare con quattro poltrone che affrontare i problemi di 24 mila dipendenti capitolini».
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