Comune di Roma, sui salari Marino volle l’ispezione: ora rischia la rivolta

Il sindaco ha chiesto i controlli del ministero, mentre a Firenze l'amministrazione ha gestito dall'interno la problematica

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Pochi giorni fa l’assessore al personale di Palazzo Vecchio Elisabetta Meucci comunicò che il taglio medio del salario accessorio dei dipendenti del Comune di Firenze per circa 4.500 lavoratori, era di 100 euro lordi al mese, da un minimo di 50 euro ad un massimo di 200 (per circa 700 lavoratori). Così parlò l’assessore sulla scorta di una decisione che risale all’inizio dell’anno quando Matteo Renzi era ancora sindaco. Se il Governo dovesse attenersi a quella decisione ci sarebbe ben poco da “staresereni” per i comunales romani, ma equità vuole che si intervenga con una normativa ad hoc evidentemente più complessa di quanto possa apparire. Certo, i ben 24.000 dipendenti romani rappresentano grandi numeri ma non possono vantare priorità rispetto ad una situazione che appare generalizzata per molte realtà comunali.

I CONTROLLI LI HA CHIESTI IL SINDACO – Soprattutto dopo che lo stesso Marino ha sollecitato l’ispezione del ministero facendo sapere (dopo) con malcelato orgoglio che «nessuno, nemmeno i sindacati, mi può chiedere di operare contro la legge dello Stato. Non commetto atti contro la legalità». Solo che il problema del salario accessorio si aggira come una mina vagante dal 2006 mentre Ignazio ha voluto vederci chiaro subito contrariamente a Matteo che aveva già aveva pensato a risolvere il problema di suo, per “linee interne”. D’altra parte per il salario aggiuntivo il Campidoglio spende circa 60 milioni che servono soprattutto ad integrare i salari più bassi, solo che a questo scopo  le amministrazioni succedutesi nei decenni si sono inventate le voci giustificatorie più curiose.

COSA DICE LA RELAZIONE DEI TECNICI – La relazione degli ispettori parla di micro-aumenti per garantire l’estensione dell’orario di lavoro e della qualità dei servizi. Premi di produttività e pagamento di indennità spesso non previste dai contratti collettivi nazionali, indennità di disagio riconosciute al personale scolastico o a chi di sabato garantisce l’apertura degli uffici. Ma anche indennità atipiche per il servizio in strada dei vigili cui viene anche riconosciuta la manutenzione uniforme, la “seminotte” in servizio delle ore 15.48-23 o 16.48-24. Per non parlare dei  dirigenti che costano mediamente 130mila euro, ai quali viene riconosciuta la copertura di posizioni dirigenziali vacanti (+25% della retribuzione prevista), oltre a incarichi nelle commissioni d’esame, di gara o nelle varie società in house. Insomma una giungla che non può essere spianata con i bulldozer per evidenti ragioni sociali ma che dopo 40 anni sta incredibilmente portando i comunales alla rivolta contro il sindaco.

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