Erano i primi di ottobre dello scorso anno quando il vicesindaco Luigi Nieri annunciò trionfalmente «oggi abbiamo approvato la delibera sull’alienazione del patrimonio. Complessivamente affronta la vendita di immobili per una stima di circa 247 milioni di euro». Milione più milione meno, la vendita del patrimonio capitolino sarebbe un vero e proprio toccasana per il bilancio del prossimo anno che potrebbe presentare le stesse difficoltà di quello 2014 in approvazione al consiglio dopo le elezioni europee.
COSA DICEVA LA NUOVA DELIBERA – La nuova delibera che faceva seguito a quella di Alemanno del 2011, rivedeva radicalmente i criteri di vendita dei 295 residenziali e 302 non residenziali introducendo misure di salvaguardia sociale per le fasce sociali. Si prevedeva ad esempio per gli inquilini con reddito al di sotto dei 28mila euro che non intendono comprare l’immobile (vedi case Ater), di poterci restare alle attuali condizioni senza che l’immobile venga messo in vendita. Mentre per quanto riguarda l’alienazione degli immobili non residenziali e liberi dei quali Nieri mise on line l’elenco, è prevista un’asta pubblica. Il ricavato della vendita di tutti gli immobili veniva destinato per il 75% ad investimenti per opere pubbliche e servizi mentre il restante 25% sarebbe stato utilizzato per il recupero e realizzazione di case popolari». Questi fondi, proseguiva Nieri «non andranno a risanare il bilancio 2013 ma saranno iscritti in quello 2014(sic).» Succede che il 13 gennaio la commissione Patrimonio approva la vendita dei 597 immobili di proprietà del Comune ma con la differenza, rispetto alla delibera Nieri, che tutto il ricavato dovrà venir destinato all’emergenza abitativa.
NON SI SA CHI DEVE VENDERE – Da allora in poi ben poco e successo e tanto meno si sa a chi verrà affidata la vendita di questo ben di Dio. Teoricamente e almeno in parte, alla Romeo Gestioni cui l’amministrazione Alemanno già nel 2011 aveva affidato la vendita degli alloggi popolari oltre alla manutenzione di molti immobili. La concessione scaduta proprio l’ottobre scorso è stata prorogata dall’attuale amministrazione. Solo che nel frattempo la discussa municipalizzata “Risorse per Roma” si era attrezzata per affrontare l’oneroso impegno della vendita del patrimonio, deliberando addirittura un nuovo organigramma societario con l’istituzione del Dipartimento Patrimonio e tanto di direttori e nuovi responsabili. Solo che RpR propone un servizio da includere nel contratto con il Comune senza i costi di intermediazione per la vendita che invece spetterebbero alla Romeo. La partita sarebbe nelle mani del vice sindaco Luigi Nieri il quale sembra prendersela con calma nonostante le sollecitazioni del sindaco, che per ovvi motivi ha fretta di chiudere questa partita decisiva per le casse capitoline.
LA PRECISAZIONE – «Caro Giuliano, Nieri non se la prende affatto con calma, Nieri attende, come tutti noi, che l’Aula Giulio Cesare discuta e approvi la delibera. Il passaggio in Aula è obbligatorio per tutte le delibere patrimoniali, come è noto, altrimenti non si può vendere un bel nulla. Nei mesi scorsi la delibera, del resto, ha avuto un lungo percorso in Commissione Patrimonio e Bilancio, dove è stata approvata a febbraio. Cerchiamo di dare informazioni corrette, per cortesia. Ti prego di provvedere a correggere il pezzo. Grazie. Saluti».
Nunzia Bossa
Responsabile della Comunicazione e dei Rapporti con i Cittadini
Ufficio di staff del vicesindaco
LA RISPOSTA DEL DIRETTORE – «Cara Nunzia, prendiamo atto della tua precisazione che imputa alle procedure consiliari il ritardo dell’approvazione della delibera. Tuttavia saremmo curiosi di conoscere qualcosa in più in merito all’affidamento di vendita degli immobili, ovvero, se verrà affidata a Romeo Gestioni oppure a Risorse per Roma che si è già attrezzata in tal senso. Ti preciso che la mia non è una curiosità personale ma una risposta che va data in onore della trasparenza sempre predicata da questa amministrazione».
Giuliano Longo
Direttore Editoriale Cinque Quotidiano
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