Scade fra 7 giorni, per la precisione il 21 maggio l’ordinanza di Ignazio Marino che consente l’utilizzo dei due impianti per il tmb di Malagrotta e del tritovagliatore di Rocca Cencia. Impianti che a suo tempo furono ‘interdetti’ dal prefetto Pecoraro al consorzio Colari e alle sue società dopo gli arresti e le note vicende giudiziarie.
IL DECRETO LEGGE – La soluzione verrà con l’approvazione del decreto legge del ministro del’Ambiente Galletti, che avrebbe dovuto sbloccare la situazione consentendo al presidente della Regione ed allo stesso sindaco di requisire gli impianti di Cerroni per farli gestire prevalentemente dall’Ama. Anzi, in una recente intervista all’agenzia DIRE Fortini ipotizzava che la municipalizzata finisse per gestire tutti gli impianti dell’avvocato il che vagamente assomiglia di fatto ad una requisizione per pubblica utilità. Come al solito, ma ormai non ci crede più nessuno, si corre il rischio che Roma il 22 maggio si ritrovi con oltre 2mila tonnellate di rifiuti in strada, se l’ordinanza del sindaco non fosse prorogabile.
LA GESTIONE DELL’EMERGENZA – Ma il presidente di Ama è sicuro che Roma non vedrà i rifiuti per strada anche se quelli che vediamo quotidianamente traboccare dai cassonetti o accumularsi per strada vengono evidentemente da qualche lontano pianeta. Curiosamente il presidente ha presentato questa mattina il suo libro dal titolo ”Rifiuti, una questione non risolta” soprattutto per la Capitale, vien da aggiungere, visto che li esporta al nord a caro prezzo. Tuttavia Fortini conta sul «convergente interesse a tutti i livelli istituzionali, per evitare che Roma possa andare in crisi» e si dice «ottimista ma tranquillo.» Poi parla dell’ecodistretto, ovvero dell’area dove dovrebbero essere allocati gli impianti di trattamento dei rifiuti la cui realizzazione, per sua stessa ammissione non può avvenire prima di 4 anni. «Sono state individuate le aree idonee – ha affermato- dopo di che andranno fatte delle valutazioni sui flussi dei rifiuti.
IL PROBLEMA DELLE AREE – Abbiamo presenti aree dove o già ci sono impianti o sono aree industriali dismesse o ci sono terreni che possono utilizzati perché il prg gli affida una destinazione urbanistica compatibile.» Qualche ipotesi di allocazione già circola. Ad esempio il sindaco ha accennato a un terreno nell’area di Santa Maria di Galeria, che tuttavia Fortini escluderebbe, ma di ipotesi ce ne sarebbero altre in esame escluso il Centro storico. Per di più il presidente di Ama fa chiaramente capire che il problema dei siti dove collocare gli impianti potrebbe riguardare anche la provincia e la regione perché «non possiamo pensare che tutti i problemi di Roma si debbano gestire e risolvere dentro Roma. Non tutti i problemi di Roma sono generati dai romani.» Salvo sradicare l’idea per cui il sito prescelto «è quello ”maledetto”» che scatena le immediate proteste di residenti e comitati problema che «abbiamo purtroppo solo in Italia.»
RICEVI TUTTE LE NOTIZIE SUL CAMPIDOGLIO DIRETTAMENTE NELLA TUA MAIL
[wpmlsubscribe list=”8″]