Comune di Roma, l’ufficio di scopo chiude il punto verde Maximo

A spasso 45 lavoratori della struttura nel quartiere di Casal Boccone. Scontento dei clienti che hanno già pagato le quote

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Una volta nominato il responsabile dell’ufficio di scopo (l’ennesimo ci risulta in tre anni) per i Punti Verdi Qualità si dovrebbe dar luogo a quella operazione trasparenza da tempo invocata anche da questa testata per evitare l’esplosione di una mina devastante per le esauste casse del Comune. Ballano infatti debiti per decine di milioni (forse oltre il centinaio) che i concessionari non riescono più a restituire al principale creditore, il Credito Cooperativo, che comunque è garantito con una fideiussione di oltre il 90% dell’ammontare sottoscritta anni fa dal Campidoglio. Una questione pericolosa e complessa che è esplosa sotto l’amministrazione di Gianni Alemanno ma che risale all’impianto di tutta la riqualificazione di queste aree abbandonate voluta da Rutelli.

REVOCHE E OPERE MAI COMPLETATE – Come un fangoso fiume sotterraneo la questione scorre fra revoche di licenze, opere mai completate quali parco Feronia o parzialmente inattive quali il Pvq Olgiata, fallimenti e l’arresto di due imprenditori risalente a qualche anno fa. Ma ogni tanto le magagne saltano fuori come quando i lavoratori dell’impresa di Andrea Munno, costruttore del Kolbe, si incatenarono davanti al Campidoglio qualche mese fa per reclamare gli stipendi arretrati e la liquidazione svaniti nel nulla. Proprio allora fu istituito l’ennesimo ufficio di scopo per fare chiarezza dopo anni di rinvii. Oggi alla traballante ribalta si presenta un altro Pvq, il Maximo Green, a suo tempo commissariato ma attivo sino a quando l’ufficio di scopo ha deciso di chiuderlo lasciando a spasso 45 lavoratori e senza nemmeno consultare il presidente del terzo municipio come denuncia il consigliere del Pd Marco Palumbo. Un esempio non proprio edificante di quel nuovo rapporto con i municipi che Marino ha posto in cima ai suoi pensieri.

LAVORATORI E UTENTI DEL MAXIMO – Il fatto è che oltre ai lavoratori a spasso c’è la “questioncella” degli utenti che hanno già versato le quote per usufruire del centro e dei suoi servizi. Ovviamente, come denuncia sempre il consigliere del Pd, la destra sotto elezioni cavalca la vicenda immemore della trascuratezza (per non dire altro) con la quale l’amministrazione Alemanno affrontò la vicenda e per la quale Palumbo  sollecita un intervento ‘organico’ dopo aver posto la questione da 3 mesi in tutte le sedi competenti. «Bisogna chiarire al più presto – conclude il consigliere-  perché da mesi al centro sportivo, pur essendoci gli abbonamenti, non vengono corrisposti i soldi. La vicenda va affrontata una volta per tutte in maniera seria ed è per questo che chiederò la costituzione di una Commissione d’indagine sul Maximo Green: è ora di individuare i responsabili di questa gestione a tutti i livelli». D’altra parte se l’ufficio di scopo ha ben lavorato si dovrebbe avere un quadro preciso di quanti siano i concessionari dei Pvq in sofferenza, della sorte delle aree dove i lavori sono stati soppesi da tempo e dell’ammontare del debito contratto dai concessionari con la banca. Ci risulta che una commissione consiliare abbia sollevato il problema. Ma oggi un accesso agli atti, dopo il lavoro svolto dall’ufficio di scopo, dovrebbe quanto meno chiarire allo stato dell’arte su una questione che per anni ha popolato le cronache locali dei quotidiani, ovviamente in omaggio alla trasparenza che il sindaco non perde occasione di invocare.

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