Atac, la guerra degli “imbucati” e il silenzio dei sindacati

Esplode la questione delle centinaia di operai entrati con corsie preferenziali

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L’assessore ai trasporti Guido Improta a metà aprile aveva proclamato con gran clamore la messa in mobilità di 323 dipendenti Atac come primo passo per quel risanamento e ristrutturazione di un’azienda che ancora l’anno scorso è andata in rosso per 219 milioni. Si noti bene, in mobilità, perché nelle municipalizzate non si licenzierà mai nessuno, pena l’esplosione di un altro disagio sociale fra i molti che attanagliano la Capitale.

PARENTOPOLI POLITICHE E SINDACALI – L’intenzione era in sé buona e giusta perché parte dei “mobilitati” avrebbe potuto risalire sui mezzi almeno nel ruolo di controllore, rinforzando la sparuta pattuglia  dei 70 pellegrini attuali. Accade però che le parentopoli non solo di alemanniana memoria, ma sindacali e politiche che negli anni si sono succedute in Atac, fanno ora esplodere la questione delle centinaia di operai “imbucati” come impiegati negli uffici che, in teoria, dovrebbero essere i primi a risalire in vettura.

L’ELENCO DEGLI “IMBUCATI” – Ieri addirittura è saltato fuori un elenco di nomi che il Tempo sta pubblicando integralmente con scarsa sensibilità alla privacy di questi che, imbucati o meno, sono pur sempre onesti lavoratori. Tra i nomi in questione ci sarebbero molti dipendenti ex Sta, l’azienda assorbita da Atac che aveva in gestione la sosta tariffata sin dai tempi di Rutelli, che percepiscono stipendi inferiori rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale degli autoferrotranvieri. In questa situazione si troverebbero altre decine di lavoratori i cui nomi erano evidentemente sfuggiti a chi ha presentato il piano esuberi che rischia di rimaner congelato sine die.

IL SILENZIO DEI SINDACATI – I sindacati tacciono per l’evidente ragione che molti di questi dipendenti hanno la loro bella tessera in tasca e altri risultano distaccati nelle funzioni più varie, ma la grana c’è perché i 323 esuberati potrebbero chiedere lo “smobilizzo” degli “imbucati” anziché il loro, impiantando cause e vertenze che difficilmente Atac potrebbe vincere.

LA FINE DI 25 DIRIGENTI E QUADRI – Intanto però l’amministratore delegato Broggi potrebbe tagliare i 25 dirigenti e quadri eccedenti come aveva annunciato. Sarebbe come risparmiare sullo stipendio di almeno di un’ottantina di impiegati e operai.

 

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