Erano in centinaia ieri sotto il Campidoglio i lavoratori di Roma Multiservizi, partecipata al 51% da Ama e per il 49% da Manutencoop e La Véneta Servizi.
I VARI SERVIZI – La società provvede ai servizi di igiene e disinfezione nelle scuole; accompagnamento e sorveglianza sugli scuolabus; igienizzazione e manutenzione ordinaria degli edifici; sistemazione delle aree verdi; servizi antiparassitari; pulizia, manutenzione di aree balneari; pulizia e presidio bagni pubblici; gestione di impianti infrastrutturali e di spazi di interesse pubblico; portierato, accoglienza, sorveglianza, custodia e servizio biglietteria; pulizia e disinfestazione delle aree cimiteriali.
I dipendenti dovrebbero essere 3856, ma le stime sono in corso. Con un fatturato di oltre 89 milioni per far fronte ai rilievi del ministero Economia, l’appalto del Comune verrà parzialmente spostato sulla convenzione Consip, la società del ministero del Tesoro che si occupa di centralizzare gli appalti e verificare la spesa degli Enti Locali.
NUMERI – Subentrerà quindi nell’appalto il Consorzio Nazionale dei Servizi con 48 milioni di euro annui contro i 52 attuali con un risparmio nel triennale di 12 milioni e non di 19 come si dice in Comune. Ma la confusione dei numeri aumenta quando si passa alla stima dei dipendenti che dovrebbero essere integrati in CNS. Per l’assessore Alessandra Cattoi dovrebbero essere 1800, il 50%, loro invece parlano di oltre 2500.
Probabilmente gli uffici non hanno tenuto conto dei servizi subappaltati e la dimostrazione che le idee non sono chiare sta nella istituzione del tavolo (dei conteggi?) che ieri Ignazio Marino ha annunciato, il che lascia nei dipendenti il dubbio che le promesse del sindaco sul mantenimento di tutti i posti di lavoro possano essere mantenuta.
L’IDENTIKIT – Ma chi sono i dipendenti della Multiservizi? La maggior parte ha un contratto di 15 ore settimanali per 10 mesi l’anno con uno stipendio di 450 euro mese per 3 ore al giorno più 10 ore settimanali di straordinario che porterebbero il salario a 750-800 euro mese. La paura di questi è proprio che con la nuova gestione la remunerazione rimanga quella base. Va detto francamente che la natura parzialmente “assistenziale” della Multiservizi si evince dai bassi livelli salariali cui si accompagna un assenteismo che viene stimato nell’ordine del 20%, ma questo è il vizietto duro ad estirpare nelle municipalizzate.
D’altra parte per i sindacati che a torto o ragione sono già mobilitati nella difesa del salario accessorio, la vicenda della Multiservizi suona come il campanello d’allarme degli inevitabili accorpamenti, ristrutturazioni e privatizzazioni che bussano ai portoni delle municipalizzate. Ecco perché i sindacati tentano di imporre una contrattazione con un occhio ai tagli di bilancio 2014 ma soprattutto a quel piano di rientro dal debito che il Comune dovrà presentare al Governo entro i primi di luglio.
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