E’ prevista per domattina l’ispezione del sindaco Ignazio Marino e del suo assessore all’urbanistica Giovanni Caudo che, armati di caschetti e stivaloni, faranno visita ai cantieri degli ex mercati generali. Nei giorni scorsi il sindaco era andato all’attacco dei costruttori che avrebbero sospeso o rallentato i lavori in corso lasciando scoperto un enorme e degradato buco fra la Garbatella e via Ostiense. «Noi chiediamo a tutti gli imprenditori – aveva tuonato- di mantenere gli impegni presi» spiegando di aver convocato alcune settimane prima l’ingegner Claudio Toti per discutere dell’area e minacciando di revocare la concessione attribuita 7 anni fa alla Sviluppo Centro Ostiense (SCO), responsabile in project financing, della progettazione, costruzione e gestione per 60 anni di quegli spazi.
ROMA SENZA LAVORI DI INTERESSE PUBBLICO – «A Roma – ha insistito – hanno avuto negli ultimi anni delle concessioni con l’impegno di fare lavori di interesse pubblico e non lo hanno fatto. Non è un conflitto con i costruttori, è solo pretendere che il pubblico possa avere indietro dagli imprenditori, che hanno fatto profitto, quello che spetta al pubblico». Una dichiarazione di guerra bella e buona che appare più apparente che reale perché la revoca della concessione a lavori avviati potrebbe comportare costosissimi contenziosi dall’esito incerto. Non solo, ma bloccherebbe sine die un cantiere che sino ad oggi ha dato lavoro a 600 addetti. Qual è l’oggetto del contendere? Il Gruppo Toti (Lamaro) diede il via ai lavori nei primi mesi del 2011mettendo in sicurezza gli storici edifici in cemento armato degli anni venti e avviando le opere di abbattimento dei vecchi padiglioni.
IL PROGETTO DEGLI EX MERCATI GENERALI – Il progetto prevedeva che la struttura esterna degli ex Mercati generali venisse restaurata nelle forme attuali per ospitare uffici, mentre l’asilo nido e il centro anziani sarebbero starti spostati all’interno. Il Mercato del pesce e il Mercato ovini e pollame invece venivano destinati a medianiche, esercizi commerciali e altre attività. In sostanza la parte a fronte della via Ostiense è quella che garantirebbe, grazie alle attività commerciali, la redditività futura del project. Ed è proprio su quest’area che lo SCO ha recentemente chiesto al Comune di adottare alcune varianti che possano rendere appetibile il progetto (fiore all’occhiello di Veltroni) ad investitori specializzati con capitali esteri. In cambio della variante lo SCO propone di destinare alcune aree a strutture alla Terza Università. C’è da dire che il Consorzio guidato dal Gruppo Toti ha nel frattempo versato al Campidoglio una quota una tantum di 7milioni pagando anche un canone annuale di circa 200 mila euro. Ma il nocciolo del problema sta nel fatto che l’assessorato all’urbanistica non ha ancora risposto alla richiesta dello SCO causando, nell’attesa, il rallentamento dei lavori. Anche se le recenti affermazioni del sindaco lasciano ben poco spazio a varianti di sorta in omaggio alla collaudata strategia dell’assessore Caudo in materia. Basta che si decida.
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