Comune di Roma: bilancio, piano triennale e i dubbi della Cgil

Pronti 450 milioni di tagli e ristrutturazioni. Nel nodo del bilancio anche tutti i rapporti con la politica locale e il sindacato

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Mentre la commissione consiliare competente  sta esaminando punto per punto il bilancio 2014 il sindaco Ignazio Marino ha avviato gli incontri sul piano di rientro dal debito capitolino che dovrà essere approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 luglio. Il fatto che la manovra 2014 marci per conto proprio e indipendentemente da questo piano triennale che avrebbe i suoi immediati effetti dopo la approvazione del Governo, suscita tuttavia delle perplessità soprattutto nella Cgil.

UN PIANO DI TAGLI E RISTRUTTURAZIONI – Soprattutto se si considera che questo piano prevede 450 milioni fra tagli, ristrutturazioni e abbattimento degli sprechi che non riguardano solo la macchina amministrativa ma anche le municipalizzate che verranno notevolmente sfoltite nel numero e accorpate nelle funzioni. Per contro il sindaco e la sua amministrazione chiedono al Governo almeno 150 milioni per gli extra costi che l’essere Capitale comportano per Roma, l’allentamento del patto di stabilità mentre l’assessore ai trasporti Improta insiste per ottenere, dalla Regione o dal Governo poco importa, almeno 300 milioni per risistemare il trasporto locale soprattutto alla luce dell’ultimo disastro alla metro Anagnia oggi addirittura sotto i riflettori della Procura.

I RAPPORTI TRA REGIONE E COMUNE – Che fra Regione e Comune non esista, almeno per ora, sintonia lo dimostrerebbe il rinvio (ufficialmente per motivi tecnici) dell’odierna riunione delle due commissioni consiliari competenti. Fra i nodi irrisolti la possibilità che i francesi subentrino in project financing nella ristrutturazione e successiva gestione  della disastrata Roma- Lido, linea della Regione in concessione ad Atac. Tornando all’incontro di poche ore fa con i sindacati Marino ha fatto sapere di voler  mantenere gli attuali  livelli occupazionali e salariali, ma ha anche spiegato la sua visione strategica del futuro della città, dai rifiuti ai trasporti fissando  un nuovo appuntamento con i sindacati il 26 giugno.

COSA PENSANO I SINDACATI – Cauta la reazione dei sindacati che con Bertone della Cisl temono un piano di rientro « che serve a risanare» ma che si presenta «troppo contabile.» Mentre il segretario della Cgil  Di Berardino ritiene che «la Roma che uscirà da questo piano di rientro sarà una città diversa» ma con il rischio di creare una situazione da cui scaturirebbero solo «tagli e razionalizzazioni» senza investimenti e sviluppo. Ma Di Berardino fiuta anche la contraddizione fra il bilancio 2014 che non può marciare senza tener conto del piano di rientro e per questo insiste perché  «si possano determinare le condizioni per metter insieme» entrambe.  Altrimenti dopo l’approvazione del Governo i giochi saranno fatti con ben pochi spazi alla discussione alla trattativa. Non a caso ancora alcune ore fa il sindaco scalpitava affermando che ogni ritardo nella approvazione del bilancio 2014 fa perdere soldi al Comune basti pensare alla tassa sugli alberghi di lusso. Perdita forse marginale e ancora da incassare  a fronte dei ben più sostanziosi 200 milioni persi da Atac solo lo scorso anno.

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