Comune di Roma, città della scienza grande opera a grande rischio

Il presidente della commissione Urbanistica Antionio Stampete ha fatto mettere a verbale le "perplessità" sull'iter del provvedimento

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Il Museo della scienza sarà una grande opera che lascerà ai posteri il ricordo dell’era Marino, come lo fu l’Auditorium per Veltroni. Nelle intenzioni del Sindaco e del suo assessore all’urbanista Giovanni Caudo, sarà il primo progetto di “rigenerazione urbana” che terrà testa alla Città delle Scienze di Valencia di Santiago Calatrava e alla Città della Scienza di Parigi (La Villette). Oggi la commissione Urbanistica di Roma Capitale ha deciso di dare ulteriore iter alla delibera che riguarda la variante del Piano regolatore generale sul sito di via Guido Reni, ma ha fatto mettere a verbale le “perplessità” espresse innanzitutto dal presidente, Antonio Stampete.

DUBBI SULL’ITER DELLA GIUNTA – I dubbi di Stampete riguardano l’iter seguito dalla Giunta. «Avrei preferito – dice Stampete – un accordo di programma che desse certezza sia sulla variante che sul progetto, ma anche sul contributo straordinario della Cassa depositi e prestiti che a oggi non sappiamo quanto sarà. Lo abbiamo chiesto, ma non è arrivato». Nessuna sicurezza sui costi del museo, dunque, in un momento in cui invece «dobbiamo dare certezze alla città». Senza il progetto definitivo «c’è il rischio- ha aggiunto dopo la seduta – che finisca come la ”Nuvola” di Fuksas. Non vorremmo che non ci fossero i soldi. Poi magari si finisce e dal giorno dopo bisogna iniziare la manutenzione, perché quello è un museo che deve essere aperto tutto l’anno per recuperare le risorse». L’idea comunque c’è e le caserme di via Guido Reni, alienate dallo Stato a favore del Comune, si trasformeranno in un nuovo spazio urbano il cui epicentro urbanistico sarà la Città della Scienza, nuovo museo-contenitore di cui si parla da decenni.

LE DIMENSIONI DEL PROGETTO – Questa occuperà 14 mila metri quadri per attrezzature pubbliche di quartiere, 6 mila ad alloggi sociali (circa 70 alloggi), 29 mila a residenze private (circa 200 alloggi) e 5 mila a spazi commerciali. Il progetto sarà finanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti e non prevede costi per il Comune di Roma, ma per finanziare l’operazione ci sarà una consistente quota di edificazioni residenziali, commerciali e ricettive. Ad oggi è stata approvata in giunta la variante urbanistica necessaria all’edificazione ma anche dopo l’esame della commissione l’iter è solo all’inizio. I confronti con gli analoghi musei delle altre capitali europee sono obiettivamente ad altissimo rischio e molto dipenderà dalle intenzioni della Cassa Depositi e prestiti che per ora incassa la valorizzazione delle aree.

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