Comune di Roma, l’aggrovigliata matassa degli stipendi nelle municipalizzate

Al centro del confronto il tema del riallineamento degli stipendi. Ma i criteri utlizzati ancora non si conoscono

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La scorsa settimana l’assessore alla mobilità Guido Improta dopo la riunione della Cabina di Regia che ha redatto le 14 pagine del piano triennale, confermava l’ipotesi dell’accorpamento tra Roma Metropolitane e Risorse per Roma. Accorpamento più che giustificato, come inevitabili ne saranno altri accompagnati da dimissioni di quote e società, non ultima Farmacap i cui lavoratori stanno oggi manifestando in Campidoglio ma che presenta un ‘buco’ di 20 milioni.

LA QUESTIONE DEL RIALLINEAMENTO – La questione da chiarire sta invece in quello che Improta ha definito il ‘riallineamento’ degli stipendi dei dipendenti (ma soprattutto dei dirigenti) che verrebbero uniformati a criteri ancora ignoti. Qui le cose si complicano perché prima di ‘riallineare’ occorrerebbe una norma della quale nemmeno si accenna nelle 14 pagine del piano. Teoricamente anche per le società partecipate del gruppo Roma Capitale potrebbe valere l’indicazione (per ora solo questa) che vale per i dipendenti comunali, ovvero la valutazione delle performance del dipendente cui legare lo stipendio. Che è poi la grande rivoluzione promessa per salvare il salario accessorio in discussione.

I DIVERSI TIPI DI DIRIGENTI – Ma l’operazione per le municipalizzate risulta oltremodo difficile perché ci sono dirigenti e quadri, anche in Risorse per Roma, le cui nomine sono state legate non alle funzioni e alla produttività ma a logiche politiche che la parentopoli Alemanniana ha moltiplicato. Se poi gli stipendi dovessero tener conto delle responsabilità di ogni dirigente (ma anche dei quadri) toccherebbe distinguere fra dirigenti che non firmano atti e chi firma tutti i giorni documenti che determinano responsabilità amministrativa e contabile. Poi c’è chi dirige strutture con 3 persone e chi ha la responsabilità di 200 o 2000 dipendenti. Senza dimenticare, ciliegina sulla torta, che in alcune municipalizzate, fra le quali Risorse, alcuni ex membri del Cda si sono fatti assumere (astutamente) come dirigenti dall’azienda per quadruplicare l’emolumento e garantirsi una ricca liquidazione in caso di licenziamento. Come al solito i buoni annunci della politica fanno effetto, ma c’è rischio che finiscano per naufragare sugli scogli di una tecnostruttura che si è calcificata nei decenni di allegra amministrazione.

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