Comune di Roma, il nodo dei Punti Verdi scaricato sul debito commissariale

Cantieri sospesi e rischio fallimenti per l'iniziativa comunale che oggi si rivela finanziariamente non più sostenibile

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L’associazione degli assegnatari Punti Verdi Qualità il 19 Giugno ha indirizzato una lettera al prefetto Giuseppe Pecoraro nella quale dopo aver ripercorso tutta la vicenda di queste aree degradate e successivamente attrezzate dal 1995, ricorda che dei 75 PVQ messi a bando, ne sono stati assegnati 64, dei quali 18 sono stati realizzati e sono in esercizio, 12 sono in corso di realizzazione 7 dei quali parzialmente aperti,15 hanno la progettazione approvata e altri 19 sono bloccati per indisponibilità delle aree. Una realtà, quella dei PVQ, che paga «la mancata programmazione delle opere pubbliche» e che oggi non è più in grado di far fronte ai costi dei mutui erogati, mentre dove i cantieri sono sospesi incombe il rischio di fallimento. Per di più «l’inchiesta giudiziaria avviata su alcuni Concessionari che pur ha fatto emergere irregolarità e malaffare…. non può essere presa a pretesto per punire quanti hanno creduto nel progetto investendo risorse finanziarie ed umane».

L’ATTENZIONE DELLA PROCURA DI ROMA – In verità la Procura aveva già puntato i riflettori sulle fatture gonfiate per I lavori o il credito disinvolto concesso ai concessionari per ogni stato di avanzamento lavori, poi tutto è morto lì con l’arresto di qualche pellegrino rinviato poi a giudizio. Fatto sta che oggi attorno ai Punti Verde Qualità ruotano direttamente o indirettamente 5.000 addetti. Alemanno se la cavò istituendo due o tre commissioni di scopo che produssero ben poco, Marino ha voluto invece far subito chiarezza sull’intera vicenda soprattutto se fosse vero, come ha scritto recentemente un quotidiano, che il Comune risulterebbe esposto per 350 milioni con le banche  garantite dalla sua fideiussione al 92%. Un debito “mostre” che potrebbe lievitare considerando i contenziosi che riguardano presunte inadempienze degli uffici comunali.

UFFICI E COMMISSIONI DI SCOPO – Inizialmente a districare l’intricata matassa fu chiamato l’assessore all’ambiente che il 19 marzo passò la palla a un altro ufficio di scopo affidato a un dirigente di provata competenza, ma che secondo i concessionari  che non sarebbe dotato degli strumenti «minimi necessari per lo svolgimento del suo delicato incarico». Nel frattempo gli Uffici comunali, sempre secondo l’associazione, bloccherebbero «qualsiasi necessaria, anche minima variante ai progetti (invocando), astratti criteri di buona costruzione senza, offrire soluzioni concrete ed efficaci.» Quanto basta per chiedere che il Prefetto apra un tavolo di confronto in mancanza di interlocutori che abbiano il potere di sbloccare la situazione. Dello scandalo dei PVQ, come lo definì questa testata già dal 2010, si sono recentemente occupati il capogruppo del Pd  Francesco D’Ausilio e il consigliere Marco Palumbo, mentre il sottosegretario Legnini, tutor del piano triennale di rientro all’attenzione del Governo, è a conoscenza della situazione. Sia come sia, qualcosa è pure successo perché ci risulta che i debiti dei concessionari anteriori al 2008 siano stati già scaricati sul debito commissariale, soluzione che potrebbe valere anche per i debiti successivi a quella data. La solita soluzione all’italiana del babbo morto che consente ai concessionari di allungare la restituzione del debito forse di 10 anni, rassicura le banche che potrebbero rinunciare alla fideiussione, scarica sui contribuenti le morosità degli inadempienti irrecuperabili e disinnesca  la mina sotto i conti del Capidoglio. Quindi “tanto clamor per nulla” a meno che qualcuno, un giorno, sollevi i tappeto e ci trovi la polvere nascosta.

LA PRECISAZIONE DELL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE, ESTELLA MARINO – «La vicenda dei Punti Verdi Qualità è complessa e comprende in sé diverse competenze e responsabilità scrive Estella Marino in una nota. Dopo i primi sei mesi di lavoro per affrontare la mole di problemi, si è convenuto che il tema, contemplando degli aspetti che incidono in maniera rilevante sulla risoluzione e competenza di diversi uffici (in particolare ragioneria e avvocatura capitolina) necessitasse della costituzione di un ufficio di scopo affidato alla alla Direzione esecutiva del Campidoglio. L’Assessore all’ambiente, che continua a seguire da vicino l’evolversi della situazione, anche in prima persona partecipando ai diversi incontri, rimane quale referente politico.

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