Comune di Roma, la vittoria dei lavoratori della Multiservizi

L'assessore alla Scuola Alessandra Cattoi avrebbe accettato la linea dell'assemblea capitolina, vale a dire la revoca dell'assegnazione dell'appalto al Cns tramite Consip

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Un incontro probabilmente decisivo per i lavoratori della Roma Multiservizi quello avvenuto questo pomeriggio in via delle Sette Chiese tra il segretario del Pd di Roma, Lionello Cosentino e l’assessore alla Scuola di Roma Capitale, Alessandra Cattoi.

LA LINEA DEL PD  A quanto si apprende da fonti dei lavoratori, l’assessore avrebbe accettato la linea del Pd, vale a dire la revoca dell’assegnazione dell’appalto al Cns tramite Consip. A questo punto l’ipotesi più probabile, con il contratto alla Multiservizi in scadenza il 31 luglio – sarebbero state escluse eventuali proroghe – è quella della rapida indizione di una gara, da espletare nel più breve tempo possibile. Ma che valore ha la mozione approvata in Consiglio all’unanimità sulla Multiservizi? Almeno per il momento la richiesta di prorogare il servizio di pulizia nelle scuole salvando i livelli occupazionali, si scontra con le indicazioni del ministero dell’Economia che impone al Campidoglio di adottare la convenzione Consip, centrale unica per gli appalti pubblici che ha individuato nella Cns la società cui affidare l’appalto, mentre della cessione del 51% delle quote di Multiservizi oggi detenute da Ama se ne parlerà almeno fra 10 mesi.

UNA MOZIONE TUTTA POLITICA – Quindi il valore della mozione è, ancora e solo per ora, strettamente politico e indica la volontà di tutto il Consiglio di tutelare i lavoratori. Ma, c’è sempre un ma, le sorprese e le difficoltà per Marino e la sua assessora Alessandra Cattoi potrebbero aumentare se il Consiglio ‘sovrano’ decidesse di far valere le proprie prerogative. In tal caso ci si troverebbe di fronte ad un nodo inter-istituzionale che potrebbe finire nelle aule del TAR con esiti imprevedibili. Un precedente c’è, e risale al luglio del 2012: il Consiglio di Stato dopo un precedente ricorso al Tar decise che il Comune  non poteva approvare la delibera sulla vendita del 21% di Acea se prima non si fossero esaminati i circa 30mila ordini del giorno presentati dall’opposizione. Una decisione motivata da una «lesione dell’interesse dei consiglieri ad esplicare appieno le proprie funzioni, comprensive del diritto a discutere gli ordini del giorno e del successivo diritto ad esercitare il diritto di voto…»

DA OPPOSIZIONE A MAGGIORANZA – Altri tempi, altri ricorsi: allora la sinistra era minoranza e condusse una lunga battaglia per bloccare quella delibera, oggi gli oppositori di allora sono la maggioranza che sostiene l’attuale sindaco. Da notare che i rapporti fra Marino la sua maggioranza ed il Consiglio che lui non perde occasione di strigliare, non sono proprio idilliaci. E poi chi se la prende la responsabilità di buttare gente per strada anche se il Governo te lo impone? Forse la soluzione andava trovata prima, vincolando la Cns al totale rispetto dei livelli occupazionali tanto più che una sua associata, la Veneta Servizi, è già socia della Multiservizi. Non solo ma il Cns è parte del sistema Legacoop che dovrebbe essere moto sensibile alle istanze sociali. Non ci resta che attendere e sperare in una soluzione rapida e speriamo indolore.

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