Comune di Roma, Marino a testa bassa verso l’approvazione del bilancio

Il sindaco va vanti verso l'approvazione del piano di rientro e in tre anni punta al riequilibrio permanente dei conti della capitale

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Ignazio Marino pedala ormai a testa bassa verso la prosecuzione del suo mandato per i prossimi 4 anni contrariamente alle previsioni dei soliti gufi di renziana citazione. Il piano di rientro triennale dal debito monstre della capitale  ha ottenuto infatti il pieno consenso della Giunta (priva ancora dell’assessore alla cultura) e nel gioco politico delle parti, pare proprio non verrà a mancare la firma di Matteo Renzi. Tutto lo sforzo sarà ora concentrato non nella «liquidazione dei beni della città» ma nella eliminazione di tutti gli sprechi per rilanciare gli investimenti, dall’edilizia alla manutenzione e al settore della cultura.

TAGLI E NOVITÀ – Anzi, nonostante i 450 milioni di tagli alla spesa corrente Ignazio prevede 7 nuove linee di tram, un grande investimento sul bike sharing elettrico, sulle piste ciclabili, sul car sharing, sugli asili nido e sulle case popolari. Si placa anche la polemica sui tempi dell’approvazione del bilancio 2014 perché il presidente dell’Assemblea, Mirko Coratti per il sindaco ormai rappacificato «ha una visione molto dettagliata di come procedere con i lavori d’aula con una rigorosa conduzione». Chiusa la parentesi del rimpasto di giunta sul quale il Pd si è rotto i denti contro la marmorea volontà del sindaco di non farlo, la maggioranza è ormai consapevole «che bisogna votare al più presto il bilancio perché questo ci permetterà di liberare significative risorse attraverso un allentamento dei vincoli del patto di stabilità».

VERSO IL PAREGGIO DEI CONTI – In tre anni si raggiungerà il riequilibrio strutturale, cioè permanente, dei conti. Ne è convinta anche l’assessora al bilancio Silvia Scozzese la quale assicura che si troveranno spazi addirittura per la diminuzione delle tasse grazie alla ottimizzazione delle entrate e la lotta all’evasione. Fila liscio come l’olio anche il rapporto con Nicola Zingaretti al quale domani verrà presentato il piano, ma che per quest’anno, a conti fatti, ha già destinato i 240 milioni che Marino esige ogni anno dalla Regione. Sulle conseguenze dei tagli, sui tempi degli accorpamenti o delle dimissioni delle municipalizzate cala il velo del silenzio e nemmeno si parla più del super controllore governativo che dovrebbe controllare l’attuazione del piano. Dall’opposizione arriva qualche puntatina di Alfio Marchini: anche lui convinto che il piano passerà, ma nella sostanza la prova del 9 è rinviata al bilancio del prossimo anno. Nel frattempo si fingerà qualche guerricciola in aula Giulio Cesare giusto per sistemare qualche dettaglio. I gufi possono rimpiattarsi nei loro nidi perchè è arrivato il tempo delle cicale.

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