Tagli, sostegno dalla Regione e allentamento del patto di stabilità. Così, dopo giorni di anticipazioni e cifre circolate fuori dall’ufficialità, il sindaco Ignazio Marino e l’assessore Silvia Scozzese hanno illustrato oggi il piano triennale di rientro che dovrebbe ricondurre la capitale verso un percorso virtuoso. «L’obiettivo è rendere Roma virtuosa nella gestione della spesa e delle entrate ma al tempo stesso riattivare gli investimenti e i programmi di sviluppo. Abbiamo impiegato un anno a rimettere in ordine questioni sospese da 50 anni». Non nasconde la soddisfazione il sindaco Marino alla presentazione (insieme all’assessore Silvia Scozzese) del piano di rientro che verrà presentato al governo dopo l’esito positivo del primo incontro di ieri con il governatore Zingaretti e il sottosegretario Delrio a Palazzo Chigi.
LE SCELTE PER IL RISANAMENTO – Con l’aiuto della Regione Lazio e l’approvazione del governo Marino ritiene di essere sulla strada giusta per rimettere a posto i conti della città e riavviarla verso un percorso virtuoso in cui anche i servizi pubblici possano migliorare. Vediamo come. Per un disequilibrio strutturale di 550 milioni di euro, il Piano di Rientro impegna il Campidoglio a diminuire la spesa, nel triennio 2014-2016, per un importo di 440 milioni: il 10% del totale attuale. Una spending review da effettuare attraverso risparmi strutturali nella macchina amministrativa e nelle società partecipate. I restanti 110 milioni derivano dal riconoscimento da parte del governo degli extracosti sostenuti dai cittadini romani per le funzioni di Capitale. Il piano prevede una voce fondamentale: il riconoscimento di un finanziamento stabile dalla Regione Lazio di 240 milioni annui per il Trasporto Pubblico Locale che lo stesso Marino ha riconosciuto come essenziali per riuscire ad andare avanti: «Sul tpl faremo e abbiamo già fatto una spending review. Ma nonostante gli efficientamenti che potremmo introdurre abbiamo bisogno di almeno 240 milioni di euro di cui avere certezza per il trasporto pubblico locale della Capitale».
TAGLI PER 25 MILIONI – Inoltre, nel triennio 2014-2016 la riduzione della spesa passa per tagli di 25 milioni, -20% rispetto alla spesa attuale, ai fitti passivi, che invece negli ultimi anni hanno registrato una crescita nonostante la flessione dei canoni di mercato. Le utenze invece subiranno un percorso di efficientamento con risparmi per 43 milioni nello stesso periodo. Altre razionalizzazioni verranno fatte nelle voci di uscita per illuminazione pubblica, energia elettrica, riscaldamento, utenze idriche e telefoniche, assicurazioni, informatica e cancelleria. Risparmi arriveranno anche da una migliore gestione delle società partecipate: il piano prevede 93 milioni di contenimento dei costi in Ama e 70 milioni in Atac. In questo complesso settore la razionalizzazione dovrebbe vedere il mantenimento delle società che erogano servizi essenziali per i cittadini. Rimarranno delle partecipazioni in Zetema, Aequa Roma, Roma Metropolitane e Roma Servizi per la Mobilità, Risorse per Roma, Aeroporti di Roma e Eur Spa. Sarà messa in liquidazione Servizi Azionista Roma. Gia’ in atto invece la liquidazione di Roma Patrimonio mentre si attendono informazioni dal commissario liquidatore di Agenzia Regionale per la Promozione Turistica del Lazio sullo stato dell’operazione. Tre milioni di euro di risparmi arriveranno dalla chiusura dell’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze.
ELIMINAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI – «Abbiamo deciso di alienare 25 partecipazioni che non servono al bene della città. Nove ne spariranno per Ama e 10 per Atac, a partire dall’assorbimento di Atac Patrimonio. Oltre a queste 25 sono in corso ancora valutazioni su Farmacap, Centro agroalimentare romano, che comunque ingloberà il Centro ingrosso fiori, Investimenti spa e Assicurazioni di Roma» ha detto il sindaco Ignazio Marino. Sul fronte del patto di stabilità Marino è stato netto: «Noi possiamo rimettere a posto i conti della città, ma per il 2014 e il 2015 abbiamo bisogno di circa 300 milioni di allentamento del patto di stabilita. Così potremmo spendere risorse nelle zone più importanti ed evitare nuove emergenze». Sul tema degli investimenti strutturali, infine, l’assessore Scozzese si è rivolta al governo: «Non esiste solo il tema dei fabbisogni standard. Serve un intervento del Governo anche sui fabbisogni infrastrutturali, ancora non quantificabile in termini economici. Ma noi ci proponiamo che Roma sia apripista su questo tema. Abbiamo bisogno- ha chiarito Scozzese- di un quadro finanziario stabile per programmare le opere infrastrutturali di un certo tipo».
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