Comune di Roma, quando Fanella si occupava dei Punti verdi

Prosegue la nostra inchiesta sugli spazi verdi della capitale dopo la relazione del responsabile dell'ufficio di scopo Serra

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Veniamo ora alla parte più importante della storia che riguarda i Punti Verdi Qualita quella che riguarda i soldi che sono stati poi il vero motore di tutta questa intricata vicenda dagli aspetti spesso ai limiti della legalità, perlomeno amministrativa. Ma il recente omicidio di Silvio Fanella, cassiere di Mokbel e al centro del business NERO che proliferò sotto la Giunta Alemanno richiama, guarda caso, anche una vicenda che riguarda i PVQ. Ricordiamola. Nel lontano 2010 fu l’allora consigliere regionale Foschi a segnalare alla Procura gravi anomalie nelle concessioni dei punti verdi segnalando che Antonio Lucarelli che nel 2008 veniva nominato segretario di Alemanno, nel 1995 con i cugini Emiliano e Giampaolo fonda la Mondo Verde sas che nel dicembre 1996 otterrà la concessione dei Pvq la Torraccia (in via Bonifacio) e il Nomentano-San Basilio (via Casal di San Basilio). Alla fine degli anni Novanta, con i progetti avviati, Antonio lascia la Mondo Verde.

ASSETTI SOCIETARI – I cugini si sfilano tra il ’99 e il 2000 e amministratore della società diventa proprio Silvio Fanella, l’uomo che l’inchiesta Telecom-Sparkle considera il cassiere di Gennaro Mokbel, “destrissimo” imprenditore romano che dopo una precedente detenzione era ancora ai domiciliari per riciclaggio mentre lo ammazzavano ieri nella sua casa della Camilluccia. Ma fu proprio questa nostra testata a svelare lo scandalo del pvq Parco Feronia intestato alla sorella di Mokbel, Lucia e del suo compagno ing. Scarrozza, notissimi in tutti i giri della “fascisteria” romana che conta. Chiusa la parentesi nera, torniamo alla relazione Serra. Abbiamo già scritto della mancanza di verifiche e controlli amministrativi e contabili sui lavori che venivano man mano crescendo sulle aree concesse e abbiamo detto anche come la banca, garantita da fideiussione al 95% del Comune erogasse milioni senza tante storie.

INTRECCI POLITICI – Alla della fiera risulta che in favore dei concessionari nel decennio 1999/2009 sono stati scuciti 550 milioni mentre i mutui effettivamente concessi e garantiti da Roma Capitale ammontano a circa 360 milioni di euro. Rispetto alla esposizione finanziaria dell’Amministrazione stimata in 360 milioni, risultano incagliati, cioè non pagati, mutui per 233 milioni dei quali le banche hanno richiesto l’intervento a garanzia dell’Amministrazione . L’attuale debito residuo, scrive Serra, destinato a sommarsi al precedente se i concessionari continueranno a non pagare le rate di mutuo come stanno già facendo molti di loro, ammonta ad oggi ad altri 160 milioni. Ma la bomba sta nel fatto che “il volume di investimenti realizzabili con garanzia pubblica è stato il volano di numerosi investimenti privi di reale sostenibilità economica, con conseguente trasferimento del “core business” dalla gestione alla mera costruzione e contabilizzazione dei costi di realizzazione delle strutture».

LA MACCHINA DEI PVQ – Che in soldoni vuol dire che i PVQ hanno rappresentato una mostruosa macchina per fare e far girare quattrini abbondanti e a basso costo. Infatti molti costruttori, favoriti anche dall’assenza di controlli e dal mancato rispetto della normativa, sono subentrati nelle concessioni mediante la cessione di quote societarie od altre alchimie contabili con l’unico scopo di fatturare a proprio vantaggio dei lavori eseguiti e affidati senza procedure ad evidenza pubblica. Una vera e propria pacchia del costruttore o pseudo tale, in assenza di alcuna verifica preventiva da parte degli Uffici di Roma Capitale che così consentivano alle banche di “ammettere a finanziamento pubblico opere oltre modo sovrastimate e sovrafatturate che rendono impossibile un recupero dell’investimento dai proventi della gestione delle strutture realizzate”. Già le banche, che hanno la loro bella responsabilità perché  l’accesso ai finanziamenti è avvenuto “senza il rispetto delle pochissime norme previste in convenzione a tutela degli interessi economici dell’Amministrazione e senza che risulti effettuata una reale istruttoria della sostenibilità dei business pian allegati alla richiesta di mutuo”.

RISPETTO DELLE REGOLE – Che se qualcuno dovesse individuare gli aspetti penali di tutta questa storia si potrebbe prefigurare anche una sorta di collusione fra alcuni funzionari della banca, concessionari e costruttori. Infatti dalla verifica effettuata da Serra sulla concessione dei mutui risulta che le banche li hanno concessi senza che i concessionari garantissero almeno il 10% dell’ammontare previsto dal progetto per cui ci sono società con un capitale sociale di 10000 euro che hanno ottenuto mutui per decine di milioni. Ora però arriva la parte più interessante per il contribuente perché scopriremo come il Comune intende uscire da questo casino che potrebbe devastarne il già complicato bilancio. Il seguito alla prossima puntata. (segue)

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