Ieri l’assessore alla Mobilità Guido Improta affermava con grande saggezza che la revoca dei vertici di Roma Metropolitane è un’ipotesi che il sindaco sta valutando perché occorre pure dare il segno della discontinuità. Tanto più che è giunto il momento di ‘richiamare’ MetroRoma in house sotto il controllo politico dell’amministrazione. «Ma – ha aggiunto- ritengo che su questo sia opportuno prenderci un momento di tregua» soprattutto nell’ipotesi di un assorbimento della spa delle metropolitane in Risose per Roma. Nel frattempo Improta ha già chiesto le dimissioni dell’attuale presidente il quale, come ovvio, ha già risposto picche. Eppure questa mattina il Tempo (probabilmente ispirato) riportava senza esitazioni «che al 90% sarà Enrico Sciarra, attuale dirigente dell’Agenzia per la Mobilità» il commissario della società in attesa di futuri destini. Definito “uomo di fiducia” dell’assessore Improta, Sciarra sarà «l’occhio del Campidoglio» all’interno della municipalizzata romana che si occupa della realizzazione del «subway». Gode fama di uomo di sinistra, ma il quotidiano romano scrive anche di una sua «certa vicinanza e amicizia» agli esponenti del fu Pdl, Vincenzo Piso e Francesco Aracri che furono il braccio armato e la mente vigile di Gianni Alemanno. Nè deve sorprendere perché attualmente Sciarra non se la passa male all’Agenzia per la Mobilità come dirigente, già amministratore delegato con la presidenza di Tabacchiera.
GLI INCARICHI – Ex dipendente delle ferrovie, noto per il suo presenzialismo in tutti i convegni del settore, Sciarra balzò all’onore delle cronache nel 2012 quando fece acquistare un software nuovo di zecca per 70mila euro che consentiva di virtualizzare, studiare, ipotizzare orari e tracce che nessuno pare abbia mai utilizzato. Ma da AD si tenne ben stretta anche la delega al Personale. Sempre in quell’anno Affaritaliani.it riportava che impose ai quadri aziendali un calendario che li impegnava a turno «ad alzarsi nottetempo e ad andare nelle stazioni per controllare se banchine, corrimano e altro fossero più o meno pulite» impegnando in questo compito ingegneri specializzati nella progettazione di sistemi di trasporto. Noto per la chiarezza dei suoi ukase, una volta si cimentò con il seguente ordine di servizio (come riporta la testata on line): «Come illustrato nell’ultima riunione dei dirigenti, i responsabili Uo certificano le risorse assegnate, ma gli stessi, per i servizi fuori sede devono essere certificati dai rispettivi responsabili di So, cioè i mittenti delle comunicazioni devono essere i responsabili delle SO che provvederanno all’inoltro delle stesse agli indirizzi email previsti dalle disposizioni citate».
I PROGETTI E I LEGAMI CON LA POLITICA – L’ex amministratore delegato di Roma Servizi è anche il progettista della tranvia sulla Palmiro Togliatti che quando fu presentata all’allora assessore ai Trasporti Aurigemma si scoprì che per l’inutile progetto aveva impegnato duramente un nutrito staff di ingegneri. Allora guadagnava 370mila euro l’anno che probabilmente manterrà se dovesse divenire il commissario di MetroRoma. Il suo nome saltò fuori anche quando si scoprì l’ex ad Riccardo Mancini inquisito per la vicenda delle tangenti sui filobus Menarini. Partecipava a tutte le riunioni più importanti sul Tpl alle quali erano presenti tutti, proprio tutti: Massimo Tabacchiera ed Enrico Sciarra per l’Agenzia, l’ad di MetroRoma Federico Bortoli, l’allora ad di Atac, Adalberto Bertucci, l’ex assessore ai Trasporti Sergio Marchi. Tutti convocati per chiarimenti dal procuratore Ielo a Piazzale Clodio nel febbraio dello scorso anno.
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