I nomadi sgomberati mercoledì scorso a Roma dal campo abusivo di via Val d’Ala nei pressi della fermata Conca d’Oro della Metro B1 sono ancora in attesa di una sistemazione da parte del Comune. Il gruppo formato anche da donne incinte e minorenni ha trascorso la notte presso la sede del Municipio III. Mentre a Montesacro i circa 40 nomadi si sono radunavano sotto i portici di Piazza Sempione, dentro il palazzo prendeva corpo una polemica politica che metteva al centro proprio l’assessore comunale alle politiche sociali Rita Cutini per la mancata accoglienza nelle strutture comunali. Per il presidente del Municipio Paolo Marchionne che insieme al suo assessore Eleonora di Maggio hanno deciso di ospitare gli sfollati nella loro sede quello del 9 luglio è stato un intervento «straordinario» e insieme «necessario», come hanno spiegato in una nota.
LA NOTA DEL MUNICIPIO III – «Questa notte il Municipio III ha dato ospitalità a donne incinte e minori con i corrispettivi nuclei familiari in attesa di accoglienza presso le strutture del dipartimento Politiche sociali, Sussidiarietà e Salute» – hanno detto Marchionne e Di Maggio, con un evidente riferimento al mancato aiuto ottenuto finora dall’assessorato comunale. Ciononostante la nota cercava di smussare gli angoli di una polemica inevitabile: «Dalla Giunta capitolina di questa notte sono arrivate notizie positive circa lo stanziamento di risorse per la copertura dei servizi sociali municipali, grazie al lavoro del sindaco Ignazio Marino. Allo stesso tempo è stato deliberato anche lo stanziamento di ulteriori 4 milioni di euro per il dipartimento Politiche sociali, siamo convinti che oggi l’assessore Rita Cutini potrà far fronte alle sue competenze istituzionali circa l’accoglienza delle 39 persone provenienti dall’insediamento spontaneo di via Val d’Ala, in attesa da due giorni di una soluzione».
ANCORA SENZA UNA DESTINAZIONE – Di fatto il gruppo di 39 persone che comprende anche donne incinte e bambini è stato portato via da un’ampia zona della riserva naturale Valle dell’Aniene compresa tra i binari della ferrovia e il parco delle Valli e ancora non ha trovato un posto dove stare, con il rischio di rifugiarsi in nuove baracche in altre aree della zona ricca di anfratti per la presenza del fiume Aniene tra le case. Un intervento degli uffici guidati dall’assessore Cutini è quindi decisamente atteso da più parti, cittadini compresi. Se l’opposizione municipale ha stigmatizzato l’accoglienza della giunta Marchionne parlando di “gestione dilettantesca” della vicenda, colpisce il dibattito interno al municipio, con il presidente del consiglio municipale del III Riccardo Corbucci che ha sottolineato: «Appare incomprensibile il braccio di ferro in atto da due giorni fra l’assessore comunale alle Politiche sociali Rita Cutini e quello municipale Eleonora Di Maggio. Lo sgombero di via Val d’Ala è stato un atto sacrosanto di ripristino della legalità e della sicurezza dei cittadini, per il quale ringraziamo il sindaco Ignazio Marino. Siamo certi che gli uffici dipartimentali, che avevano già proposto alle famiglie sfollate delle sistemazioni alternative, possano risolvere celermente il problema trovando una soluzione che serva soprattutto a tutelare i minori e le donne. Tuttavia rimaniamo allibiti di come questa situazione sia stata gestita dall’assessore Di Maggio senza rendere partecipi la maggioranza e il consiglio municipale». Di fatto si è arrivati allo sgombero senza una soluzione chiara per i nomadi allontanati da quelle aree. Una situazione che, a tre giorni dalle operazioni di pulizia dell’area occupata, resta ancora senza risposte e che pone a tutti molte domande sull’amministrazione di questa città.
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