Stadio dell’AS Roma: M5S, Caltagirone e comitati si oppongono

L'ira di Grillo e l'eterogeneo fronte di lotta

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La vicenda del nuovo stadio della Roma comincia a complicarsi perché, dopo gli entusiasmi iniziali, man mano che ci si avvicina al progetto vero e proprio, le cose si complicano. Se Marino, il grande entusiasta aveva dato la sua benedizione all’opera che avrebbe segnato la sua “rivoluzione epocale”, piano piano qualcuno ha cominciato a volerci veder chiaro sulle carte degli americani e sulle ambizioni del costruttore Parnasi che in un primo tempo appariva solo come project manager del progetto targato Usa, ma che oggi si troverebbe beneficiario di 950.000 metri cubi di aree edificabili. Apriti cielo!

CALTAGIRONE E GLI AMBIENTALISTI – Inizialmente i comitati e gli ambientalisti che se vedono una gru su un prato strillano alla speculazione, si trovano affiancati nelle loro paure di selvaggia speculazione dal Messaggero che, come noto, è il giornale di Caltagirone al quale l’intraprendenza del giovane Parnasi comincia a dar fastidio.

CAUDO MEDITA – L’assessore all’urbanistica Caudo si barcamena e ben sapendo che il sindaco lo stadio lo vuole quantomeno per risollevare la sua immagine per ora piuttosto appannata, si riserva un meditato giudizio dallo studio della carte che, visti i precedenti dell’assessore, potrebbe durare al lungo, molto a lungo. Ai comitati poco aggressivi in questo momento, basta partecipare.

L’IRA DI GRILLO – E i partiti? Ultimamente la maggioranza aveva espresso numerose perplessità sull’opera nel timore della speculazione che è un po’ l’ossessione della sinistra, ma a illuminarci è finalmente intervenuto Grillo. E che ti fa? Ma ovvio, pubblica un post nel quale scrive quanto segue: «L’ipotesi del nuovo Stadio… non sarà interamente a spese del privato, come invece fatto credere ai cittadini in presentazioni ufficiali e conferenze, ma dietro il quale si scorgono più che evidenti manovre di speculazione edilizia e di capitalizzazione da parte di grossi gruppi finanziari che contrastano nettamente con tali princìpi, obiettivi e strategie». Perché secondo Grillo nel museo degli orrori ci stanno «almeno 220 milioni, destinati a crescere a dismisura» che la collettività finirebbe per pagare. E già che c’era non poteva mancare un suo un accenno al mitico agro romano (che lui manco conosce) dalle dolci colline e dalle pecore ancora pascolanti nel corrusco tramonto: «questo nuovo stadio è  l’ennesima “grande opera”, che nasce da interessi privati, che provocherà ulteriore consumo di suolo e cementificherà un’altra grande porzione di Agro Romano».

L’ETEROGENEO FRONTE DI LOTTA – Contro l’agognato stadio si salda così un inedito fronte di lotta: Parte della maggioranza di sinistra (giusto per fare un dispetto a Marino), Caltagirone che nell’opera non toccherebbe palla, i comitati che contano come il due di briscola e adesso Grillo che se ne sta a Genova o nella sua villa in Sardegna. Ma occhio, gli americani, le banche e i costruttori ci mettono progetti, soldi e promettono lavoro per tanta gente e quindi «se lo stadio non lo volete – potrebbero dire – amen e chiudiamo la partita (appunto)».

 

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