Comune di Roma, sì alla Città Metropolitana ma senza i rifiuti in provincia

A smuovere le acque non sono sindaci e assessori, ma i deputati (proprio del Pd) che in provincia hanno preso i voti

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Ignazio Marino ha sicuramente il merito di non limitarsi alle piccole quisquigie della quotidianità amministrativa (anche se si dice che non passi ‘foglio’ senza che Ignazio lo voglia) ma di guardare lontano e alla grande.

L’INCONTRO – Così l’11 luglio scorso ha incontrato i sindaci della provincia di Roma per  per affrontare il tema della Città Metropolitana.  «L’idea di incontrarci – disse – nasce dalla volontà di condividere con voi la straordinaria opportunità offertaci dalla legge Delrio: in quanto amministratori locali siamo protagonisti nel processo di realizzazione della Città Metropolitana». Dopo di che baci e abbracci e rituale foto di gruppo. Che messa così la Città Metropolitana parrebbe faccenda cotta e magnata, se non fosse che sulla maledetta questione dei rifiuti, sempre la stessa, l’entent cordial sembra naufragare perché, mentre alla Pisana è in corso l’audizione dell’assessore capitolino Estella Marino e del presidente dell’Ama Daniele Fortini, proprio dalla provincia (metropolitana) si levano gli scudi perché la Capitale non scarichi e lavori i suoi rifiuti nei territori della provincia.

LEVATA DI SCUDI – A smuovere le acque non sono ancora sindaci e assessori, ma i deputati che in provincia hanno preso i voti. L’aria che tirava l’abbiamo capita quando ieri abbiamo pubblicato le dichiarazioni di Estella Marino per la quale è necessario portare e lavorare fuori Roma almeno 1000 tonnellate al giorno. Dopo pochi minuti ci rispose direttamente il deputato di Colleferro Renzo Carrella scrivendo che Estella se lo sognava. Ma l’on. colleferrino fiuta anche i rischi insiti nella istituzione della città metropolitana e oggi scrive: «Se con i poteri più ampi che la nascita della Città Metropolitana conferisce al sindaco di Roma si pensa di scaricare le criticità della città sulla provincia, a partire dalla questione rifiuti, cominciamo proprio male». Che se non è una dichiarazione di guerra ci poco ci manca. Immediatamente dopo si univa al coro il senatore Bruno Astorre, noto per la sua moderazione, il quale dichiarava «non posso che condividere le perplessità del deputato Renzo Carella in merito al ruolo della provincia di Roma nella costituenda Città Metropolitana. Pensare di renderla il ricettacolo di tutte le criticità, in particolare in materia di rifiuti, con la realizzazione di discariche fuori dai confini della Capitale, è inaccettabile. È bene iniziare subito una seria riflessione, che tenga conto delle esigenze del territorio nella sua interezza, rendendo la Città Metropolitana un ente omogeneo, sia negli onori che negli oneri». Dove evidentemente gli onori sono tutti per Ignazio Marino e la monnezza per la provincia. Dello stesso tenore le dichiarazioni del senatore Carlo Lucherini che aggiunge «interpretare il ruolo di sindaco della Città metropolitana nel senso di sfruttare questa posizione a danno dell’hinterland è assolutamente inaccettabile». Da notare che le critiche vengono tutte da parlamentari del Pd, ma non è la prima volta che le intenzioni del partito capitolino divergono da quello della provincia, soprattutto quando si parla di rifiuti.

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