L’allarmismo fa sempre notizia soprattutto se si tratta di migranti richiedenti asilo politico, così anche il Messaggero questa mattina non si sottraeva all’aurea regola e titolava “Roma, mille immigrati in arrivo – centri di accoglienza al collasso”. Come si trattasse di una calamità improvvisa e non di un evento previsto.
ALLARMISMO INGIUSTIFICATO – Infatti il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) del ministero dell’Interno aveva previsto un’accoglienza per 2500 richiedenti asilo politico nelle 20 strutture presenti nella capitale e nella provincia per lo più gestite da cooperative sociali di tutti i colori, confessionali e non. Ancora presto per parlare di collasso, semmai qualcuno dovrebbe parlare di ritardi nei pagamenti alle suddette cooperative di oltre un anno da parte del Campidoglio che ancora ha difficoltà di rendicontazione. Infatti il ministero, e quindi tutti i contribuenti italiani, riconosce al Comune 35 euro a migrante per l’ospitalità di cui l’amministrazione capitolina ne gira 28 alle cooperative e pure in grave ritardo. Inoltre le prefetture coordinate dal prefetto Morcone, dal 14 giugno ancora a capo del Dipartimento immigrazione, dispongono di altri 1268 posti a Roma cui potrebbero aggiungersene a breve altri 1000 già messi a bando e che contrariamente al Campidoglio verranno regolarmente pagati almeno a 90 giorni dall’emissione della fattura senza strozzare, come accade, le cooperative. Dalle nostre informazione risulta che ormai i Centri della capitale siano effettivamente saturi, ma che in provincia ne resterebbero ancora disponibili circa 400, più i 1000 messi a bando dalla prefettura. Mentre le strutture del Nord Italia ne hanno ancora vacanti a migliaia, si tratta ora di vedere se i 5000 posti circa disponibili in tutto il Lazio per ospitare i rifugiati politici, si badi bene tutelati dalla normativa internazionale, siano sufficienti rispetto all’ondata migratoria di questi ultimi mesi.
IL PROBLEMA SANITARIO – Altro è invece il problema sanitario che lo stesso quotidiano segnala e comunque all’attenzione delle competenti autorità da tempo. Infatti secondo l’Ordine dei medici «tutte le statistiche indicano negli ultimi mesi un incremento dei casi di tubercolosi e il ritorno di alcune malattie infettive che in Europa erano quasi del tutto debellate». Ma anche questo è un problema globale già segnalato dall’organizzazione Mondiale della Sanità dell’ONU (OMS) che non riguarda solo i migranti, ma la facilità delle comunicazioni fra paesi sviluppati soggetti a rigorosi e permanenti controlli e quelli dove focolai di malattie infettive quali Tbc, malaria, colera ecc. allignano cronicamente. Laddove il problema delle migrazioni epocali si intreccia con lo sviluppo e la rapidità della comunicazioni. Va bene la quindi la vigilanza ma l’allarmismo che suscita le peggio emozioni viscerali non serve: è la globalizzazione bellezza!
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