Continua a oltranza la trattativa tra i sindacati con l’amministrazione capitolina sulla questione salario accessorio dei dipendenti del Comune. Oggi sarebbe l’ultimo giorno utile, secondo il termine fissato dal Campidoglio stesso, per giungere all’accordo sui contratti integrativi.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE – La soluzione della vicenda è legata all’approvazione del bilancio 2014 in Assemblea capitolina, che dovrebbe avvenire in nottata entro i termini di legge come ha sottolineato poco fa il sindaco Ignazio Marino. Al momento i rappresentati sindacali di Cgil, Cisl, Uil discutono senza la presenza del vicesindaco Luigi Nieri che detiene la delega al personale, ma questa mattina in via del Tempio di Giove non si respirava aria di grande ottimismo. I sindacalisti parlavano di una amministrazione “avvitata e bloccata” sulle proprie posizioni. Concetto ribadito poco fa in conferenza stampa dai segretari generali di Roma e Lazio del comparto Funzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil e Csa, rispettivamente Natale Di Cola, Roberto Chierchia, Sandro Bernardini e Franco Moscia. Pre tattica o reali difficoltà è difficile dire, certo è che sindacalisti cominciano a giudicare la data del 31 luglio come termine ultimo “arbitraria e strumentale” perché da tre mesi si assisterebbe “a una trattativa farsa in cui l”amministrazione, senza ancora il bilancio e la conseguente ratifica del fondo per il salario accessorio, non ha portato al tavolo un piano di riorganizzazione dei servizi credibile.”
LE DOMANDE DEI SINDACATI – Eppure in una situazione di emergenza, in cui le esigenze crescono e il personale si riduce, servirebbe “più flessibilità e disponibilità per garantire servizi essenziali e complessi: viabilità, grandi eventi, scuole per l”infanzia, servizi sociali. Dall”amministrazione non verrebbe invece alcuna soluzione che non sia quella del taglio delle prestazioni. Così i rappresentanti sindacali si chiedono: “se questa amministrazione non è stata capace di darsi una nuova organizzazione a presidio dei servizi, come può essere in grado di migliorare la produttività?” E giù a snocciolare le contraddizioni dell’amministrazione: “si dice di aumentare le ore di apertura degli sportelli. Benissimo, ma poi si scopre che si intendono solo pochissimi uffici per i quali si dovrà tenere aperto un intero Municipio. Si vogliono aumentare le ore di lavoro per le maestre. Ma poi si capisce che questo servirà a mandare a casa le lavoratrici precarie, peggiorando sensibilmente il rapporto educatrici/bambini. E infine si pretende di fare risparmi sulla Polizia locale, quando continuano a correre sprechi e spese inutili: nomine di dirigenti amici, incarichi clientelari, assunzioni per chiamata diretta, aumento dei budget di staff.” Se le cose stanno così risulta effettivamente difficile credere che le parti possano trovare un accordo in nottata, ma per i dipendenti ed i loro sindacati c’è una via obbligata da percorrere, quella dei tagli in bilancio che non è un’invenzione del sindaco ma nasce dagli effetti perversi del patto di stabilità e dagli impegni che il comune ha contratto con il Governo.
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