La “bomba finanziaria” era scoppiata il 22 aprile quando Ama è uscita sconfitta per la seconda volta, questa volta in Corte d’appello, sul risarcimento dei 78 milioni di euro che il Comune dovrà pagare a Manlio Cerroni per la chiusura di Malagrotta. Ama aveva già perso un costosissimo arbitrato dell’8 febbraio 2012 voluto dall’allora amministratore delegato Panzironi. Ben prima delle disavventura giudiziarie del re di della più grande discarica d’Europa.
LE VERIFICHE DELL’ASSESSORE – Allora l’assessore all’Ambiente Estella Marino volle vederci chiaro (come si usa dire per guadagnar tempo) “su come Ama è andata avanti nel suo percorso difensivo”, rigettato dai giudici. Mentre il presidente della società fresco di nomina Daniele Fortini annunciava un nuovo appello in Cassazione “per non subire un danno ingiustificato”. Della bomba ad orologeria pronta a deflagrare sui conti di Ama e del Campidoglio si era accorto il consigliere Radicale Riccardo Magi che per primo aveva tirato fuori la vicenda all’inizio di quest’anno. Va detto anche che dei 78 milioni che l`azienda capitolina dovrà riconoscere a Colari, la stragrande maggioranza sono per il rimborso dei maggiori oneri connessi all’obbligo della società del Supremo di assicurare la gestione post operativa della discarica di Malagrotta, chiusa nel settembre scorso, per almeno 30 anni. Risulta difficile credere che la sentenza della Cassazione, della quale per ora in verità non abbiamo notizia, possa ribaltare l’esito di un arbitrato e di una sentenza della Corte D’appello, ma risulta anche curioso il fatto che questa vicenda non turbi i sonni del sindaco Ignazio Marino alle prese con tagli di bilancio per 114 milioni.
COME SI POTREBBE DEFINIRE LA VICENDA – Quindi i casi sono due: o si confida nel provvidenziale stellone italico per uscire dall’impasse oppure Ama ritiene che sarà il Campidoglio a pagare, magari a babbo morto, caricandone l’onere sulle future amministrazioni. A scaricare Ama dal pagamento ci sarebbe una malleva, o meglio una lettera dell’allora assessore Causi che in caso di chiusura della mega discarica di cui già da allora si parlava, si assumeva l’onere di pagarne le spese. Sia come sia resta il fatto che da aprile ad oggi gli interessi sul contenzioso vinto da Cerroni corrono mese per mese con somme da capogiro.
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