Sfuma il sogno di collegare con la metropolitana l’attuale capolinea della metro B Rebibbia alle periferie sino a Casal Monastero. L’appalto era stato affidato in project financing, da realizzare entro 5 anni e con un costo complessivo di 555 milioni, al consorzio di imprese Metro B srl guidato da Salini e partecipato da Vianini e Astaldi, non senza contestazioni da parte dei concorrenti che avevano perso la gara ampiamente riferita all’epoca da questa testata.
LA CONVENZIONE DEL 2011 – La convenzione risale al 22 dicembre del 2011 e prevedeva il suddetto prolungamento della linea B e la gestione degli impianti. A parziale copertura dell’opera il Comune di Roma stanziava 67 milioni e la Regione 99. Il resto veniva garantito dalla valorizzazione immobiliare di aree adiacenti il percorso sino a Casal Monastero per uso commerciale direzionale e residenziale, anche grazie a strumenti di modifica del Piano Regolatore. Il 31 luglio scorso il quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” pubblicava la notizia che il Consorzio di imprese aveva chiesto la risoluzione del contratto per inadempienza del Comune pretendendo il pagamento dei costi sino ad ora sostenuti con un risarcimento di circa 100 milioni di euro. La richiesta era stata formalizzata con una lettera del 23 luglio inviata al sindaco Ignazio Marino, all’assessore ai trasporti Guido Improta e alla società Roma Metropolitane delegata a gestire la realizzazione dell’opera. Non sorprende che le imprese, strette dalla crisi del comparto delle costruzioni, possano aver trovato conveniente la rinuncia ad un progetto con benefici a lungo termine, semmai è da capire su cosa si basi l’enorme richiesta di risarcimento che apre un contenzioso con il Campidoglio dagli esiti incerti.
FONDI REGIONALI DA DESTINARE ALTROVE – Ma ancor più tragico è che la Regione Lazio, in conseguenza degli inadempimenti e dei ritardi, non ha più ragione di erogare i 99 milioni stanziati che l’Astral destinerà ad altre opere nel Lazio. La scorsa settimana si sarebbe tenuto un incontro tra gli imprenditori e gli amministratori comunali dove si è preso atto della complessità della situazione ed è in quella sede, riferisce sempre il quotidiano economico, che si è giunti alla conclusione di risarcire i privati cancellando il contratto per il prolungamento della linea B. Ma c’è ancora un filo che tiene in piedi la trattativa perché nella lettera del consorzio si danno 60 giorni di tempo al Comune per adempiere alle modifiche urbanistiche, in mancanza delle quali si chiederà la risoluzione contrattuale. Ipotesi che con i tempi dell’attuale assessorato all’urbanistica appaiono piuttosto improbabili. L’alternativa rimane il risarcimento milionario e la perdita dello stanziamento della Regione. Un disastro!
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