In attesa dell’incontro del 5 settembre sulle modifiche presentate dal sindaco Marino relativamente alla vicenda del salario accessorio e del lavoro dei dipendenti comunali, i sindacati scendono di nuovo sul piede di guerra e con una conferenza stampa oggi hanno dichiarato lo “stato di agitazione” che li porterà direttamente al confronto di settembre. La loro denuncia è chiara: l’atto unilaterale sul salario accessorio deliberato lo scorso 1 agosto dalla Giunta capitolina avrà “pesanti conseguenze” sui 24mila dipendenti di Roma Capitale e sulla città intera. Lo hanno detto oggi Cgil Fp Roma e Lazio, Cisl Fp Roma, Uil Fp Roma e Lazio e Csa.
LA CONFERENZA STAMPA – «La presa di posizione unilaterale dell’amministrazione comunale non inciderà solo sulle tasche dei 24mila dipendenti di Roma Capitale ma anche sui cittadini romani- ha dichiarato Giancarlo Cosentino, coordinatore Rsu- La delibera rischia di togliere servizi fondamentali, ad esempio nelle scuole o per quanto riguarda la Polizia locale». La delibera sarebbe, tra l’altro, secondo i sindacati, dettata «esclusivamente dal timore degli addebiti del ministero delle Finanze». Addebiti che, oltretutto, «sembrano colpire solo i lavoratori. Il senso di questo provvedimento- ha aggiunto Cosentino- è solo uno: coprire ancora una volta una mancanza organizzativa dell’ente. La disorganizzazione viene giorno per giorno tappata con l’emergenza. Un contratto unilaterale non dimostra la forza di un’amministrazione, ma la sua debolezza, l’incapacità di aprire un tavolo con i lavoratori per garantire i servizi. Tutto questo è esattamente il contrario di ció che avevano promesso». I sindacati lamentano, in particolare, che «con il nuovo contratto un dipendente medio di Roma Capitale vedrebbe decurtato di circa il 50% il salario accessorio. Da una cifra di circa 1.700 euro si passerebbe a 800 euro annui».
STIPENDI BASSI – «Un quarto dei lavoratori- ha dichiarato Roberto Chierchia, segretario generale cisl Fp- ha uno stipendio base di meno di 1.300 euro. Per quanto riguarda il salario accessorio parliamo di cifre che nell”arco di un mese si aggirano sui 150-200 euro. Se il sistema non viene corretto avremo un impoverimento reale dei lavoratori. Potrebbero perdere anche fino alla metà dei soldi che prendevano prima». Altra perplessità sollevata dai sindacati è il fatto che il nuovo sistema entrerà in vigore dall’1 dicembre 2014. «È un controsenso che un contratto per il 2014 inizi a decorrere dall’1 dicembre 2014. È chiaramente una data “civetta”, perché il sistema non è per il 2014, perché fino al 30 novembre resta il vecchio sistema. Per di più, i primi soldi arriveranno ad aprile 2015, il resto dopo 16 mesi. È chiaramente un atto unilaterale invocato come un”urgenza ma che di urgente non ha nulla se non coprire». «È evidente- ha detto Franco Mascia, segretario generale Csa- che con questo atto unilaterale l”amministrazione ha portato avanti un suo disegno». Anche per Sandro Bernardini, segretario Uil Fp Roma e Lazio, «si tratta di un’operazione meramente contabile per mascherare e coprire gli addebiti del Mef, ed è fatta sulle spalle dei lavoratori. Abbiamo cercato in tutti i modi soluzioni condivise e c’è stato sempre ostracismo». «Un provvedimento che taglia i salari dei dipendenti capitolini per risanare Roma- ha commentato Chierchia- una decisione unilaterale presa in tutta fretta». E sulla “fretta”, e sul termine del 31 luglio dato dal Comune per risolvere il problema, ha posto qualche dubbio anche Natale Di Cola, Cgil Fp Roma e Lazio: «Perché sul salario accessorio dei dirigenti di Roma Capitale, che il Mef pure contesta, l’amministrazione non ha nessuna fretta e non ha posto nessun termine e indetto nessun tavolo?».
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