POchi giorni fa il sindaco Ignazio Marino si era recato a Londra per cercare soldi, cosa che fa frequentemente dagli emirati agli States con risultati sino ad oggi deludenti. Con lui l’amministratore delegato di Atac Broggi che di trasporti non se ne intenderà gran che, ma di finanza sicuramente molto, e l’altro AD di Ama Fortini già convinto di avere in tasca i 200 milioni iniziali che gli consentirebbero di rilanciare la scassata azienda capitolina a cominciare dai mitici distretti ecologici.
I MALUMORI DEL SINDACO – Al suo ritorno il sindaco lasciava filtrare sul Messaggero, testata lui non proprio amica, la notizia che la faccenda era quasi cotta e magnata grazie alla benevolenza di un gruppo finanziario della city interessatissimo a mettere le mani sul ciclo industriale della monnezza romana. Ma come diceva Mussolini, la perfida Albione ancora una volta ha tradito e addirittura dal compassato Foreign Office , il ministero degli Esteri di sua maestà, arriva la doccia fredda: se andate a Roma state attenti alla stazione Termini, sulla linea 64, a Fiumicino e ai treni cittadini. Insomma, Roma è una città pericolosa. Orbene, l’elenco peraltro incompleto delle situazioni a rischio è ben noto ai romani che (aimè) hanno a che fare quotidianamente (anche ben lontano dal centro) con la microcriminalità, l’accattonaggio, l’abusivismo per non parlare della maleducazione dilagante dai mezzi pubblici ai cassonetti dell’immondizia.
LA RISPOSTA – Eppure questa volta Ignazio perde il british aplomb e si incazza :«L’indicazione del Foreign Office britannico sui pericoli per i turisti del Regno Unito in vacanza a Roma è falsa e fuorviante, in realtà, come ho già segnalato l’anno scorso al l’ambasciatore della Gran Bretagna in Italia, esistono dati intemazionali inconfutabili che dimostrano che Londra — dal punto di vista della criminalità — è assai più pericolosa di Roma. Ed è per questo che il governo italiano, giustamente, segnala ai nostri turisti la pericolosità di diversi quartieri londinesi. Roma accoglie con gioia tutti i turisti del Regno Unito, ma i romani si sentono offesi da avvertimenti che hanno un odore di superiorità inesistente». Che non ha davvero torto il nostro il nostro sindaco tutto law&order, che anzi, molto si sta dando da fare contro gli ignobili carrettini bar, lotta agli sporcaccioni e quella più vana all’abusivismo dei vucumprà (termine che usiamo perché non ritenuto offensivo dalla corrente giurisprudenza). Ma anziché fare improbabili raffronti fra una metropoli di 8 milioni di abitanti e Roma con meno di 2,5, bene avrebbe fatto ad ammonire britannici, gallesi, scozzesi ed abitanti tutti del Commonwealth a comportamenti civili nella Città Eterna dai mille monumenti. Anzi, avrebbe potuto invitare ufficialmente il Foreign office a stilare una sorta di decalogo del bon ton urbano per i vacanzieri britannici ove si consigli loro di non ubriacarsi per strada, di non lasciar lattine, bottiglie e schifezze varie davanti ai monumenti, di non griffarli con i loro stupidi nomi, di non girare in insopportabili branchi schiamazzanti sui mezzi pubblici anche nelle ore di punta, di evitare abbigliamenti ignobili ben oltre i limiti della decenza, o discinti. E la piantasse il Foreign Office di dare consigli ai suoi concittadini come se fossero mammolette o appena usciti tutti da Oxford. Basta farsi un giretto la notte con il London Tube.
Balthazar
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