Sprechi, consulenze e assenteismo. Ecco il piano tagli di Atac

Entro il 2016 si punta ad un recupero di 140 milioni

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Atac
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E ora arrivano i tagli anche per Atac, l’azienda capitolina dei trasporti che ancora nel 2013 registrava un indebitamento di 744 milioni. Le buone intenzioni dell’assessore Improta non mancano tanto che entro il 2016 punta ad un recupero di 140 milioni, poca cosa direte voi, ma sempre qualcosa se almeno servisse a contenere l’annuale deficit di bilancio che da anni tende a superare il centinaio di milioni. Così si comincia con la solita lotta (sindacati permettendo) all’assenteismo che andrà dimezzato entro il 2015. Poi con il taglio drastico alle consulenze esterne, greppia storica della spartizione politica e poi, udite udite , con i manager e i dirigenti che dedicheranno alcune ore della loro faticosa giornata al controllo dei biglietti. Misura che puzza un po’ di demagogia e che per altro verso potrebbe indicare che i dirigenti, vincolati ad improbabili obiettivi di produttività, non lavorano poi così tanto pur guadagnando un sacco.

IL PIANO – Comunque l’intenzione è in se meritoria se si calcola che il tasso di evasione sui mezzi pubblici si aggira tra il 16 e il 20%, anche se lo stesso assessore Improta aveva tempo fa parlato del 40%. Secondo un segretissimo documento di Improta di cui oggi il Messaggero riportava ampi stralci, l’obiettivo è quello di raggiungere i 2 milioni di controlli in tre anni e per questo Atac è pronta a schierare 63 dirigenti e 190 quadri che muniti di pettorina battano a tappeto le linee di trasporto.  Manca solo l’autorizzazione della Regione e poi gente che cucca anche oltre i 10mila euro mese si adatterà al ruolo di controllore. Sarà, ma intanto la ciccia dei risparmi verrà dal taglio quasi venti milioni di chilometri ottenuti razionalizzando le attuali linee. Dopo la prima fase che ha riguardato le rimesse di Collatina, toccherà ora alle linee di Ponte di Nona, Grottarossa,  Tor Pagnotta, Magliana e Tor Vergata per finire a dicembre con Acilia.

I FONDI DEL COMUNE – Nel frattempo Marino ed Improta intendono affrontare il problema dl tpl romano pompando altro danaro pubblico perché sempre nel segretissimo dossier l’assessore  spiega che  la Regione negli ultimi tre anni ha trasferito alla Cotral  938milioni euro mentre ad Atac ne sono arrivati solo 564.564.100. Quindi è del tutto evidente che “sia il Governo che la Regione Lazio dovranno rivedere la destinazione dei fondi per il Tpl di Roma Capitale in base ai costi standard, ai volumi di produzione, ai passeggeri trasportati.” Messe le mani nelle tasche del governo tocca poi fare un po’ di fumo. Intanto con  la commercializzazione di nuovi titoli di viaggio per chi circola solo sulla rete Atac “ in modo da evitare di dare un aggio ingiustificato (oibò) a Trenitalia o a Cotral come avviene da 20 anni a questa parte.” Poi si farà tanto   comarketing con grandi aziende e istituzioni come oggi avviene con Vodafone/Termini, Teatro dell’Opera/Repubblica e Federazione Italiana Rugby/Corporate. Come quelle di Ama, queste sono le grandi linee del piano industriale di Atac, dove, nella sostanza, non si licenzia nessuno, non si taglia un bel niente e tanto meno si vende o si privatizza qualcosa. Chissà se questo salvataggio di capra e cavoli soddisferà la prossima dieta imposta alle municipalizzate, o partecipate che siano, dalla spending review di Cottarelli.

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