Comune di Roma, Ignazio Marino vuole lo stadio. Gli ambientalisti no

La settimana scorsa il sindaco è volato a New York per incontrare James Pallotta e l'accordo è stato raggiunto. Ma non tutti sono felici dell'opera

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Vediamo di capirci qualcosa sul destino del futuro stadio della Roma. Cominciamo dal sindaco che la settimana scorsa è volato a New York per incontrare James Pallotta, con lui il giovane costruttore Luca Parnasi. Abbracci e baci, poi Ignazio Marino fa trapelare (si fa per dire) la notizia che Pallotta e Parnasi avrebbero accettato di inserire nel progetto il prolungamento della metro B e la riduzione del premio di cubatura quale compensazione al costruttore. Ma c’è di più, perché gli oppositori all’opera avevano contestato le ragioni di pubblica utilità della stessa, ma anche in questo caso entro il 3 settembre tutto verrà chiarito.

SOLDI E OPERE – C’è da dire che che la linea B e il potenziamento della Roma Lido richiederanno una sessantina di milioni di investimenti, ma questo è il meno per un’opera che ne vale trecento. Alla fine della danza Ignazio dichiara alla presenza del compiaciuto assessore all’urbanistica Giovanni Caudo «siamo soddisfatti, abbiamo ottenuto tutto ciò che abbiamo chiesto» perché il costruttore «si dovrebbe fare carico (si noti il condizionale) anche della realizzazione di un parco adiacente alla struttura… e di un ponte pedonale che attraverserà il Tevere collegando la stazione Magliana della ferrovia Fl1 con il parco». E’ ormai politicamente chiaro che Marino lo stadio lo vuole perché ci ha messo la faccia e rischia il consenso di migliaia di tifosi, toccherà al suo assessore Caudo smorzare le polemiche e tacitare gli oppositori del progetto. Fra questi Italia Nostra che insieme al fronte degli ambientalisti (sia pure divisi da differenti motivazioni) continuano ad opporsi forti dell’appoggio del quotidiano di Caltagirone il Messaggero. La ruggine fra il Kalta e Parnasi non è di oggi ma si parla di incontri fra i due che preluderebbero ad un lieto fine tutto tarallucci, vino e bei soldoni per dare ossigeno all’agonizzante situazione delle costruzioni a Roma.

RISCHIO SICUREZZA – Comunque sia Italia Nostra lancia il suo urlo di dolore al prefetto di Roma sulla sicurezza a rischio per il deflusso degli spettatori dopo la partite. Inoltre del milione di metri cubi della compensazione con le 4 torri/grattacielo che si prevedono in quell’area, rinfacciando al sindaco le sue promesse elettorali per lo stop alla cementificazione. E a questo propositio chiede: «Perché non viene proposta dall’assessore Caudo un’area edificabile alternativa già servita dalla metropolitana e vicina al Gra?». Domanda capziosa, ma inutile perché la volontà politica di realizzare l’opera c’è e quindi il costruttore che investe e dà lavoro deve avere il suo tornaconto nell’area dove il progetto verrà realizzato.

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