Che il direttore esecutivo del Campidoglio fosse in procinto di passare al vertice di Risorsa per Roma è una notizia che circolava da prima delle ferie estive, ma oggi Massimo Bartoli è stato ufficialmente battezzato da “Repubblica” in cronaca di Roma che ci spiega come a lui verrà affidato il piano di dimissioni del patrimonio immobiliare della Capitale che vale circa un miliardo in tre anni. Tanto da sistemare i disastrati conti di Roma per un bel po’.
LA VICENDA DELLE CASE ATER – A cominciare dagli immobili Ater per i quali giacciono ancora 4.000 compromessi già sottoscritti negli anni dagli inquilini per acquistare gli immobili attualmente in affitto, si dice ad una media di 50mila euro l’uno per un totale di cassa di 200 milioni. Sventata la possibilità che la maxxi-operazione venisse affidata alla Romeo che attualmente gestisce in proroga la manutenzione di quel patrimonio, non resta che definire l’elenco dei beni cui aveva messo mano all’inizio del suo mandato anche il vice sindaco Luigi Nieri che ebbe l’accortezza di pubblicarne on line un primo elenco. Ma c’è un altro aspetto che questa testata ha frequentemente sottolineato che sta proprio nei 700 dipendenti di RpR fra i quali 80 vigilantes, ancora a rischio, ed un centinaio circa di precari da sistemare con un bilancio che dai 58 milioni dello scorso anno scende a 40 secondo il budget di spesa 2014 appena approvato in Consiglio. Per di più in una struttura che comprende 93 quadri e 16 dirigenti con stipendi da sogno. Se quindi ghiotta è la prospettiva delle dimissioni, attuabile quella per l’accelerazione delle pratiche per di condono edilizio giacenti, resterà molto difficile far quadrare i conti con questi organici da multinazionale.
COMMERCIALISTA – La nomina di Bartoli, che già ha maturato esperienze in alcune società della Provincia ai tempi di Zingaretti, risolve anche il problema di una sorta di doppione negli incarichi apicali del Comune fra il segretario generale Liborio Iudicello vero matador della macchina amministrativa e il direttore esecutivo che con la nomina a RpR del giovane commercialista dovrebbe venir unificata nelle competenze. La decisione di Ignazio Marino è maturata agli inizi del mese scorso dopo la personale consultazione dei curriculum, come suo solito, e le consuete pressioni politiche. Infatti all’inizio si parlò della nomina di un dirigente interno alla società, poi l’assessore all’urbanistica Giovanni Caudo propose un suo uomo particolarmente qualificato e infine si mossero le solite e numerose scuole di pensiero del Pd romano per riempire la casella vacante di Rpr con un uomo loro.
LA SCLETA DEL SINDACO – Evidentemente la scelta del sindaco ha subito una accelerazione dopo che la fidatissima Silvia Scozzese ha preso la delega al bilancio. Infatti all’ex dirigente dell’Associazione dei Comuni (Anci), Marino ha affidato il compito di sovrintendere alle municipalizzate funzione che nelle iniziali intenzioni avrebbe dovuto svolgere proprio il direttore esecutivo. Anche lui, come la Scozzese, risulta essere uomo di fiducia del Sindaco che evidentemente sulle dimissioni immobiliari sta giocando la vera partita per il suo futuro politico e quello dei bilanci capitolini. Rimane quindi netta l’impressione che Bartoli si troverà stretto fra due fuochi: da un lato la vigile presenza di un sindaco che nulla si lascia sfuggire (soprattutto quando ballano milioni) e dall’altra le resistenze di un apparato che negli anni si è stratificato nei gangli di potere della società e che si vede aprire una luminosa prospettiva. Tutt’attorno gli interessi delle lobbies romane, politiche e non, che sulla operazione miliardaria delle dimissioni vorranno sicuramente toccare palla. Nel frattempo la nomina di Bartoli dovrà essere ratificata dalla commissione consiliare che si riunirà nei primi giorni di settembre, ma dovrebbe trattarsi di pura formalità.
RICEVI TUTTE LE NOTIZIE SU CAMPIDOGLIO DIRETTAMENTE NELLA TUA MAIL
[wpmlsubscribe list=”8″]
