Comune di Roma, Marchini corre a destra ma rischia di sfiancarsi

La notizia, apparsa sul Messaggero, l'avrebbe confermata lo stesso imprenditore oggi ad una radio locale, aggiungendo fra i suoi futuri supporters un non meglio identificato «pezzo del Pd»

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Qualcuno ricorderà ancora Alfio Marchini, il brillante e giovane imprenditore romano che alle ultime comunali, senza grande sforzo, riuscì a piazzarsi al quarto posto racimolando quasi il 10% dei consensi.

LA LUNGA RINCORSA – Ebbene, è notizia di pochi giorni fa pubblicata sul Messaggero che «nelle ultime settimane si sono intensificati i contatti tra l’imprenditore e l’ex centrodestra, oggi orfano di una forte leadership e che vede nel progetto civico di Marchini sempre più un interlocutore strategico». Notizia che l’imprenditore avrebbe in qualche modo confermato oggi ad una radio locale aggiungendo fra i suoi futuri supporters un non meglio identificato «pezzo del Pd». In effetti qualche avvisaglia della ‘sconvolgente’ notizia si era avuta già qualche mese fa quando corse voce che Alfio era stato consultato addirittura dal declinante Silvio Berlusconi, dopo che l’imprenditore aveva incitato Matteo Renzi ad assumere le redini del Governo facendo fuori Enrico Letta. Dei contatti in corso con un centro destra in difficoltà, sempre sull’autorevole Messaggero, ormai cassa di risonanza delle intenzioni di Alfio, aveva parlato in una intervista il senatore Augello (oggi Forza Italia, già Pdl e ancor prima An). Tutto lascerebbe credere che il prossimo avversario di Ignazio Marino fra meno di quattro anni possa essere proprio lui, l’emergente e telegenico Alfio. Di qui ad allora molta acqua politica passerà sotto i ponti e non è esclusa qualche altra sorpresa quando si pensi che sino all’ultimo minuto Marchini fu disponibile per le primarie del Pd poi vinte da Marino.

LA DELUSIONE – Deluso dal gran rifiuto di quel partito, nel quale giocò un ruolo determinante la posizione di Goffredo Bettini, chiuse la partita delle comunali riuscendo a far eleggere oltre a lui, Onorato e Di Noi subito dopo passato al gruppo misto della assemblea capitolina. Poi, nonostante le sollecitazioni dei suoi fedelissimi perché facesse sentire la sua voce sulle vicende romane, si limitò a una raccolta di firme su vari argomenti, presentata nella sala delle bandiere alla presenza dello stesso Marino e ad un paio (o giù di lì) comparaste televisive, dove ripescava gli stessi argomenti della sua campagna elettorale.

ALLA RICERCA DEL LEADER PERDUTO – A ben vedere il centro destra è a pezzi fra Forza Italia, Nuovo centro Destra e Fratelli d’Italia e i grillini non brillano certo per la loro opposizione, il che lascia spazio alla ricerca di una figura emergente e unificante. Anche se il nonno partigiano di Alfio, da lui spesso decantato per la saldezza del suo anti fascismo, si girerebbe nella tomba nel vedere il fiero nipote a braccetto con Giorgia Meloni. Ma la politica oggi si fonda su altri parametri che non sui valori antichi già rottamati o da rottamare. Resta invece il fatto che la rete organizzativa sulla quale Marchini ha fondato la sua campagna elettorale si è andata lentamente disfacendo nei silenzi del capo ed il suo simbolo del cuore spezzato sopravvive in aula Giulio Cesare, giusto per l’attività laboriosa di Alessandro Onorato. Rebus sic stantibus Alfio ha bisogno di un votificio sul quale stampare la sua immagine mediatica tentando di coagulare sulla sua candidatura gli interessi forti della città. Un po’ come Renzi ha fatto con il Pd. Il tempo non manca a un puledro di razza quale è lui, forse più adatto al rush finale che ai tempi lunghi e quattro anni sono davvero tanti.

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