Comune di Roma, per salvare Atac Marino chiede lo sconto al governo

Continuano le richieste del primo cittadino nonostante l'impegno a tagliare 400 milioni di spese in tre anni

0
276
roma città metropolitana ignazio marino

Urgono 100 milioni per salvare Atac mentre prosegue il contenzioso sul Tpl con la Regione che ne ha già stanziati 140. Per uscire dall’empasse che rischia di travolgere la municipalizzata, il sindaco Ignazio Marino chiede al Governo di dimezzare la cifra annua che il Campidoglio deve garantire (sotto forma di aumento dell’Irpef e della tassazione aeroportuale) al commissario per il debito miliardario accumulato prima del 2008. L’ipotesi è al vaglio del sottosegretario Graziano Del Rio vista l’impossibilità che entro il 2014 arrivino altri fondi dalla Regione. Il mantra dell’assessore Guido Improta rimane sempre lo stesso: sui 575 milioni del fondo nazionale per il Tpl «solo il 26% arriva alla Capitale». Ma da via Cristoforo Colombo ribattono che su quell’importo gravano anche «i soldi per le ferrovie concesse e vanno a linee che entrano a Roma».

FONDI DELLA REGIONE –  Teoricamente la situazione dovrebbe migliorare nel 2015 con l’aumento del finanziamento regionale a 180 milioni che nel 2016 dovrebbe crescere a 220. Ma dalla Pisana si dubita che le misure sino ad oggi assunte da Atac per il risanamento dell’azienda siano  sufficienti. Esclusa l’ammuina dei 300 dipendenti spostati dai ruoli amministrativi al controllo dei titoli di viaggio per recuperare dall’evasione qualche decina di milioni, anche la riorganizzazione delle linee di superficie pare incida ben poco sui conti della società. Sin dall’insediamento del nuovo amministratore delegato Danilo Boggi l’assessore aveva annunciato un piano industriale risolutivo (il terzo in 7 anni) per sopperire al buco di 225 milioni registrato nel bilancio 2013 e che marcia allo stesso livello anche per quest’anno nonostante  un costo del Tpl per tutti i romani (utenti o no di Atac)  doppio rispetto a Milano. E se il nuovo Ad ha dimostrato indubbie doti sul piano della gestione finanziaria qualcuno avanza dubbi sulla sua capacità di riorganizzazione aziendale che ricade ancora sui numerosi direttori ed i dirigenti che hanno sino ad oggi governato Atac. Circola voce di un ulteriore giro di valzer ai vertici di una azienda che dal 2008 ha annoverato ben 6 amministratori delegati alla media di uno ogni 14 mesi.

PAROLA AL GOVERNO – La palla passa quindi al Governo che sino ad oggi si è mostrato abbastanza benevolo nei confronti del Campidoglio anche grazie al lavoro dell’attuale sottosegretario Giovanni Legnini, l’avvocato che dovrebbe passare ai vertici del Consiglio Superiore della Magistratura. Il Corriere della Sera rivela che al suo posto potrebbe andare il segretario del Pd laziale Fabio Melilli alle prese con la lista del suo partito  per l’elezione del consiglio della Città Metropolitana (vedi link).  Voci che appaiono più ispirate che fondate se è vero che la posizione del deputato reatino risulterebbe fortemente indebolita dalla ingovernabile bagarre che oggi domina il partito. Traballa quindi quel triunvirato che con l’assessore al bilancio Silvia Scozzese di provenienza Anci, Legnini e lo stesso Melilli sostiene il sindaco nella trattativa con il Governo.

SITUAZIONE INCERTA – Se l’escamotage proposto da Marino per i 100 milioni al Tpl possa venir accolta da Palazzo Chigi è difficile dire. Soprattutto se la linea di Renzi sarà quella di accogliere anche parzialmente le indicazioni contenute nella spending review del dimissionario Cottarelli che prevede i tagli e accorpamenti sulle municipalizzate. Tanto più che nonostante i reiterati annunci, Roma non si è ancora mossa in questa direzione. Ed è appunto sui tempi della riorganizzazione delle società capitoline e sulla dismissione del patrimonio immobiliare che si gioca la partita del prossimo bilancio vincolato al rispetto dei 400 milioni di tagli previsti in tre anni. Succede che mentre il Campidoglio tira la cinghia per tagliare 400 milioni Marino ne chieda 110 per gli extracosti sostenuti dalla Capitale e oggi altri 100  per tappare i buchi di Atac. Così che fuori dalle alchimie contabili e amministrative qualcuno in Parlamento o nel Governo potrebbe obbiettare: Ignazio, da una parte tagli ma dall’altra pigli.

[form_mailup5q lista=”campidoglio”]

È SUCCESSO OGGI...