«Dentro Roma ci sono circa 250 km di binari nel raccordo anulare, quando la metropolitana è lunga 40 chilometri. Quelle aree metropolitane sono un fatto da aggredire in maniera veramente forte. Oggi stiamo cercando di farlo tecnologicamente per migliorare le condizioni attuali, cerchiamo di semplificare pure le stazioni per ridurre il numero di scambi. Sapete che solo a Roma Termini ci sono 320 scambi? Immaginate cosa significhi in termini manutentivi. I nodi sono il tema più importante, rispondere alle esigenze del traffico pendolare, mettere a posto questa roba sarebbe già una cosa molto importante.»
Così, in una intervista a “Il sole 24Ore”, Michele Elia, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato da il quadro delle potenzialità su ferro per la città metropolitana di Roma
Che vuol dire mettere a posto? Chiede l’intervistatore. «Creare le condizioni per cui puoi aumentare capacità, puoi gestire meglio l’arrivo dei treni nelle grandi aree metropolitane. Oggi tutta la concentrazione di questi treni avviene tra le 7 e le 8 di mattina. Basterebbe anche cambiare di un quarto d’ora o di mezz’ora l’orario, non so, dell’università o degli ospedali, per poter diluire o alleggerire. Non è un intervento solo infrastrutturale o impiantistico, ma organizzativo”. Non è esattamente quello che in qualche modo sta chiedendo il Comune di Roma? Prosegue il giornalista «Si, glielo abbiamo detto già dall’anno scorso». Evidentemente Elia è ancora in attesa di una risposta dal sindaco Marino e dall’assessore Improta che forse hanno interrotto il confronto in coincidenza con il cambio di Moretti ai vertici delle Ferrovie.
Oggi è il caso di darsi una mossa, sembra dire il nuovo amministratore delegato. L’intervistatore ricorda poi che l’assessore ai Trasporti Improta ha ripetutamente proposto una società mista tra Atac, Cotral e Ferrovie, per mettere a fattore comune le strutture e ridurre il traffico su gomma. Trasformare le linee regionali ferroviarie in qualcosa che è molto simile a una tratta metropolitana, come d’altronde avviene in molte capitali europee.
“Ne stiamo parlando – conferma Elia. Stiamo chiedendo alla Regione quello che noi chiamiamo accordo quadro che stabilisce le richieste del governo locale e centrale, quante tracce vogliono da Tivoli a Roma e il numero di tutti gli slot nel nodo. Questo consente anche di pianificare. Se dicono ad esempio che oggi ce ne vogliono otto e l’anno prossimo dieci so quali interventi infrastrutturali devo fare e quali servizi. Con molte regioni lo abbiamo fatto. Tutto questo costringe i governi locali a definire esattamente quali sono le esigenze del futuro, perché io non le so». Ma forse le idee chiare, fuori dai reiterati annunci, non le hanno proprio loro, le amministrazioni interessate.
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