L’emergenza immigrazione a Roma e in Italia sta andando ben oltre la dimensione drammatica degli sbarchi. Ma proprio le cifre impressionanti degli arrivi in questo 2014, oltre 140 mila persone arrivate nei primi 8 mesi dell’anno, chiedono risposte puntuali sul territorio. Per questo mentre le istituzioni di Roma e Lazio puntano a estendere il sistema SPRAR dei centri di accoglienza alle provincie del Lazio per decongestionare l’area romana, è proprio il sindaco della capitale il primo ad accogliere la proposta del Viminale: dare 30 euro al giorno alle famiglie che accetteranno di ospitare un immigrato. In tutto 900 euro al mese, una cifra corrispondente a quanto già oggi lo Stato fornisce come rimborso agli operatori dell’accoglienza e che sta pensando di estendere alle singole famiglie. Il sindaco Marino, che ha partecipato al ministero dell’Interno all’ultima riunione sul tema è d’accordo ad accogliere gli immigrati nelle case, anche se la proposta del sottosegretario Manzione è ancora allo studio del dicastero guidato da Angelino Alfano.
LE PAROLE DEL SINDACO – Così stamattina Ignazio Marino parlando in diretta su Radio radio ha detto: “A Roma tra rifugiati e richiedenti asilo abbiamo oltre 7.400 persone. Di queste circa 500 sono nel municipio di Corcolle. Ma abbiamo diversi quartieri che non ospitano nessuno, quindi credo si debba andare ad una distribuzione più equa, anche in quartieri non periferici che oggi non ne ospitano. Penso, ad esempio, ai Parioli”. Il sindaco Marino è d’accordo con Alfano: l’accoglienza nelle famiglie romane potrebbe riguardare non solo i maggiorenni ma anche e soprattutto i tantissimi minori che necessitano di un ambiente protetto dove essere seguiti (scuola, educazione ecc). Al di là delle dichiarazioni della destra romana che non ha perso tempo per cavalcare l’onda del disagio delle periferie, sono le reali implicazioni di un simile provvedimento destare perplessità di chi conosce questo mondo. A oggi infatti il ministero affida alle Prefetture il compito di smistare gli immigrati nei centri del privato sociale che già ottengono i 30 euro di rimborso a persona al giorno.
IMMIGRATI NELLE FAMIGLIE – Se il provvedimento allo studio del Viminale includerà anche le famiglie, queste potrebbero far entrare in casa un immigrato essendo sottoposte agli stessi obblighi degli enti oggi operanti. Ad esempio una famiglia potrebbe dover anticipare le spese (900 euro al mese), fornire pasti e altri aiuti. Se i meccanismi di controllo rimarranno gli attuali, le verifiche sul corretto comportamento delle famiglie resteranno in capo alle Prefetture che si troverebbero a dover certificare che in ciascuna casa l’ospite-immigrato torni a dormire ogni sera, sia seguito correttamente dalla famiglia (i 30 euro sono per lui) e si comporti correttamente. Un compito sicuramente gravoso, considerato che attualmente con un controllo in un centro autorizzato si verificano decine se non centinaia di persone in una volta sola. La famiglia dovrebbe poi segnalare alla prefettura le eventuali anomalie e dovrebbe denunciare tempestivamente l’abbandono del migrante, rischiando di perdere in quel caso i 30 euro al giorno. Inoltre non si sa bene quante famiglie (e quanto benestanti) della capitale possano permettersi di ospitare ogni mese una persona al costo di 900 euro, visto che normalmente lo Stato impiega molti mesi e a volte più di un anno per rimborsare le cooperative e gli enti caritatevoli. Insomma se la proposta è ancora tutta allo studio del ministero, non mancano perplessità sulla sua reale fattibilità. Ma il sindaco Marino nell’emergenza dei fatti di Corcolle sembra averla accolta come un’ottima soluzione per l’accoglienza e contro il degrado delle periferie di Roma.
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