Il Corriere della Sera ha particolarmente a cuore le sorti dell’assessore ai trasporti Guido Improta tanto che oggi indica una sua prossima destinazione all’Enav, la società per il controllo dei voli, o addirittura l’Altalia recentemente ri-finanziata dagli emiri. Che l’assessore Improta (a suo tempo avversario senza troppi peli sulla lingua dell’ex assessore e magistrato contabile Daniela Morgante) da tempo scalpiti non è una novità. Definito dalle gazzette esponente forte della Giunta Marino insieme all’assessore al bilancio Silvia Scozzese (con la quale pare fili invece d’amore e d’accordo) già il 1 aprile all’intervistatore di Repubblica lanciava il seguente avviso ai naviganti «e chi lo dice che arriverò alla fine del mandato?»
GLI ANNUNCI – Il 29 successivo sul Corriere annunciava «l’Atac ora rischia e io non sono uomo per tutte le stagioni». Sempre sulla stessa testata il 21 agosto di quest’anno faceva sapere «se la politica non mi sostiene a dicembre chiudo la mia fase». Frase che adombrerebbe un certo timore per eventuali imboscate del consiglio sulla Ztl e sul suo piano traffico. Eppure nonostante questo continuo “partiam partiam” si premura di mettere al vertice dell’Agenzia per la mobilità un suo uomo di fiducia nella persona del professor Medaglia, ma soprattutto sostiene (con tutta la sua influenza) il Sindaco nella richiesta urgente di altri 100 milioni oltre ai 140 già stanziati dalla Regione per il Tpl romano (leggi Atac). Se la richiesta venisse esaudita grosso modo con i conti di Improta ci saremmo. Infatti sempre sul Corriere già il 13 dicembre 2013 chiedeva a Zingaretti il 50% dei 575min che lo stato destina per il Tpl del Lazio consigliandoli (per far fronte a tale richiesta) di rinegoziare il contratto con le Ferrovie e di privatizzare l’extra urbano (leggi Cotral).
LE PAROLE DI IMPROTA – Mentre a chi gli chiedeva conto del piano industriale di Atac annunciato all’inizio del suo mandato rispondeva «tutti Soloni, ma senza soldi vogliono (pure ndr) il piano industriale?». Se l’assessore sui numeri ha molte certezze non altrettanto preciso è sulle date. Infatti il 2 ottobre 2013 su Repubblica annunciava che la metro C arriverà a piazza Venezia nel 2024 «appena in tempo per il prossimo giubileo e per le olimpiadi». Il primo aprile di quest’anno, sempre sullo stesso quotidiano, accorciava i tempi di realizzazione al 2020 senza giubilei e Olimpiadi. Poco male, lustro in più lustro meno, nulla cambia per un’opera che sta suscitando meraviglia nel mondo per costi e tempi. Più interessante è quanto Improta affermò il 21 ottobre 2013. «Brogi (il nuovo amministratore delegato di Atac nominato a luglio ndr) ha evitato il fallimento e ristrutturato il debito con le banche in accordo con i 4 istituti di credito…» Ma il 29 aprile di quest’anno, dopo la famosa affermazione dell’uomo e delle stagioni, rivelava che Atac per stare in piedi avrà bisogno 280/300 mln ogni anno per tre anni. E qui i conti non tornano perché se la Regione potrà massimo arrivare ai 180 mln l’anno prossimo, la sorte della municipalizzata rimane legata ai quei 120 milioni in più che il Governo dovrebbe scucire per i prossimi 3 anni, sempre che bastino. Non dubitiamo che l’esperienza dell’assessore capitolino, già sottosegretario nel Governo Monti e considerato un influente commis de l’état vicino a Matteo Renzi, abbia spalancate le porte per altri prestigiosi incarichi. Ma la coincidenza delle sue reiterate affermazioni sulla fine del suo mandato proprio mentre Ignazio batte cassa al Governo, lascia il dubbio che un minimo di pressing, Improta, lo stia pure facendo. Nella certezza che senza di lui la giunta Marino potrebbe zoppicare riaprendo i giochi con la sua maggioranza che il Sindaco per ora ha messo in stand by.
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