“Un volgo disperso che nome non ha.” Senza bisogno di parafrasare l’Adelchi di manzoniana e smarrita memoria, tale si potrebbe definire il gruppo capitolino del Pd dopo il sondaggio pirata che affossa Ignazio Marino nel gradimento della pubblica opinione. Dopo tanta cagnara, gossip, illazioni e commenti qualcuno comincia a realizzare che il vero mandante della sciagurata rilevazione è lui stesso, si proprio lui, il capogruppo ‘congelato’ Francesco D’Ausilio reo di lesa maestà nei confronti del sindaco integerrimo che, a suo dire, non conosce nemmeno le correnti di quel partito che l’ha portato al Campidoglio. Perché Francesco abbia voluto esporsi al ludibrio di colleghi, compagni e amici va forse cercato nella sua inconscia pulsione a dimostrare che il re Marino era nudo, realtà a tutti ben nota ma che scivolava fra i sussurri di una classe politica piddina molto di (sotto) governo e non più di lotta, per di più disprezzata da chirurgo/marziano che un mestiere ce l’ha mentre questi (del Pd) càmpano di chiacchiere e intrighi.
LA VENDETTA – Forte di tutti questi (noti) apprezzamenti il povero D’Ausilio si è presa la sua di vendetta cui aspirerebbero anche molti suoi colleghi d’aula e di partito che comunque preferiscono l’ombra delle malevole intenzioni alla luce della evidente verità: Ignazio sta toppando e ci trascina tutti. Così il ‘congelato’ spende quei (come dice lui) 9.000 euro (e non 20.000) per il sondaggio che tutti i suoi compagni ed (ex) amici avrebbero volentieri destinato ad alleviare le sofferenze dei poveri. Risultato: Ignazio su tutte le furie vuole a tutti i costi la testa del D’Ausilio perché non è stato informato prima del sondaggio. Che è un pò come dire all’assassino di avvertire la vittima prima che lo stiletto affondi nelle sue carni. Ora succede che Francesco le dimissioni le ha date muovendo quel risiko delle poltrone che non solo stuzzica gli appetiti, ma addirittura potrebbe preludere al (finto) rimpasto octroyèe dal benigno sindaco sovrano. Ed è di queste ore la sconvolgente notizia che il gruppo capitolino del Pd sta decidendo il nome del sostituto di Francesco. Cosa che in sè non sarebbe eccessivamente complicata se non dovesse passare dalla ‘fraterna’ ed ‘approfondita’ discussione degli ex amici e compagni.
RIUNIONE NEL PD ROMANO – In queste ore sono tutti lì riuniti in via delle Sette Chiese con il segretario cittadino del Pd, Lionello Cosentino. D’Ausilio, discretamente, non è presente alla riunione e conferma le sue irrevocabili dimissioni. E pensare che qualche bello spirito avrebbe riproposto il suo nome pur di fare un dispetto al sindaco. Staremo a vedere e chissà mai che qualche gola profonda non ci dia quell’anticipazione sul nome del nuovo capo gruppo, che turbe di cittadini romani attendono con spasmodica ansia. Ma se la gola profonda non ci anticipasse nulla potremo vedere la notizia pubblicata domani dai giornaloni romani (che di politics campano), certi che alle genti delle periferie non gliene frega proprio niente, come allo scrivente.
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