La telenovela Farmacap non ha mai fine. Parliamo di quella municipalizzata che comprende 44 farmacie comunali nelle periferie e che tutti davano tecnicamente fallita sino a quando il Comune ha stanziato 15 milioni di euro per evitarne la bancarotta, anche se pare che materialmente questi soldi non siano ancora arrivati. Quindici giorni fa la Commissione comunale alle Politiche sociali aveva deciso di trasformare Farmcap in una Spa, anche se l’operazione non pare proprio possibile perché attualmente la società è governata dal commissario Francesco Alvaro, nominato dal sindaco e prorogato a maggio fino al nuovo consiglio di amministrazione.
POLEMICA DA DESTRA – L’opposizione di destra però solleva un problema di incompatibilità perché il dott. Alvaro è anche il Garante dell’Infanzia della Regione Lazio. «È un gravissimo errore del sindaco Marino – tuona Sveva Belviso -Aivaro non poteva essere nominato e non solo, il Commissario invece di risanare l’azienda l’ha ulteriormente indebitata con potenziale danno erariale. Di tutto questo il primo cittadino dovrà rispondere perché questa nomina è frutto di una sua precisa scelta.» Ma oltre la polemica politica sta la crudezza dei numeri che dimostrano che a maggio il bilancio registrava una perdita di 6,6 milioni di euro che vanno a sommarsi alle perdite milionarie degli anni precedenti. Anche alcuni nella maggioranza sono convinti che Farmacap debba essere chiusa. Nel luglio scorso, mentre era in corso lo sciopero dei dipendenti della municipalizzata, Riccardo Magi, consigliere Radicale eletto nella Lista civica Marino ricordava che la finalità per cui è nata Farmacap, oltre ai servizi di assistenza e soccorso in buona parte sospesi o inutilizzabili, era quella di portare il servizio delle farmacie a fasce di popolazione disagiate e svantaggiate e in zone in cui non arriva il servizio privato.
QUALE DIVERSITA’ – Solo che da uno studio effettuato risulta che quasi tutte le 44 farmacie comunali si trovano quasi sempre a poca distanza da altre farmacie senza offrire servizi agevolati a quelle fasce di popolazione. Per di più per i bilanci 2010-2012 votati in consiglio lo scorso marzo, il Comune stanziava 15 milioni di euro per il ripiano mentre nel bilancio del 2013 risultano nel quale altri 3 milioni di perdite. «Per salvare 300 posti di lavoro (che comunque si potrebbero salvare in altro modo) – proseguiva Magi- si spendono milioni l’anno per un servizio inutile già superato dal mercato». Di fronte a tale baratro la questione di incompatibilità del commissario sollevata dalla opposizione passa davvero in secondo piano.
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