E uno! Direbbe il boia. Cade così ufficialmente, come avevamo già annunciato, la testa dell’assessore allo sport Luca Pancalli il quale ha dichiarato «il prestito è finito, torno allo sport a tempo pieno. Ho cominciato e finito con spirito di servizio, il passo indietro è quasi fisiologico: quando la partita diventa più politica, non è più la mia partita. Prima vengono le istituzioni, poi le persone. Venerdì saluterò i dipendenti e il sindaco». Pancalli, che ricopre anche il ruolo di presidente del Comitato paralimpico italiano, nelle ultime settimane è stato infatti più volte chiamato in causa anche a proposito della possibile candidatura italiana per le Olimpiadi del 2024. Non ce ne voglia l’ottimo Pancalli per l’iperbolica citazione del patibolo, ma ha ragione.
RIMPASTO POLITICO – La partita ora è tutta politica e, sembra dire l’ex assessore «a questo punto me ne lavo le mani». Già perché ora si balla sul mitico rimpasto di giunta, anzi, l’azzeramento come chiedeva a gran voce nei giorni scorsi co il capo gruppo dei senatori del Pd Luigi Zanda dopo i casini di Tor Sapienza. Subito spalleggiato da qualche temerario consigliere di maggioranza. Solo che le intenzioni del coriaceo Marino vanno in tutt’altra direzione. Intanto perché Pancalli è il terzo assessore che si dimette in meno di un anno e mezzo dopo quella al bilancio Daniela Morgante e quella alla cultura Flavia Barca, rimpiazzate, con qualche ritardo, rispettivamente da Silvia Scozzese e Giovanna Marinelli. Poi perché traballerebbe la poltrona del ‘sociale’ attualmente in carico a Rita Cutini (e farebbero 4 su12), la docente indicata dalla potente Comunità di sant’Egidio che a suo tempo asfaltò Alemanno sul problema dei Rom.
DELEGHE SPACCHETTATE – Ma il toto assessori parla anche di spacchettamento delle deleghe, del quale a farne le spese sarebbe l’assessore Paolo Masini che potrebbe lasciare i lavori pubblici all’attuale responsabile delle grandi opere Pucci. Dopo questo terremoto non si comprende che cosa dovrebbe azzerare Marino, visto che il rimpasto lo sta già facendo da tempo, ovviamente a modo suo. Quanto ai rapporti con il Pd qualcuno si attende esiti sconvolgenti dalla conferenza programmatica dei Democratici che inizierà venerdì pomeriggio al Teatro Quirino e alla quale Marino parteciperà. Nel corso della quale, ne siamo convinti, ribadirà le proprie posizioni di rottura nei confronti del passato, amministrazioni di sinistra comprese. Chiederà tempo per la sua rivoluzione ‘epocale’ e, nella sostanza, prometterà di orientare i propri interventi sui punti caldi delle periferie promettendo, come ha sempre fatto “leale confronto” con la sua maggioranza.
FONDI DAL GOVERNO – C’è poi chi vuol vedere a tutti costi un rapporto incrinato fra il sindaco e il Governo (più una speranza che una realtà) perché Ignazio Marino nel frattempo ha portato a casa il Salva Roma, i 150 milioni di extracosti per la Capitale e l’allentamento del patto di stabilità. Certo, se dovesse tirare la corda in futuro….A fronte di tanta generosità ha sciorinato di un piano triennale di rientro dal debito più sulla carta che nella realtà che comunque il governo ha finto di prendere per buono. Alla fine della fiera Ignazio ha finito per portare a casa molto di più di quanto Alemanno ottenne da Berlusconi e Tremonti. E allora? Allora sembra ammiccare il sindaco “otpime manebimus igitur” per altri tre anni e mezzo, giusto il tempo per realizzare la sua rivoluzione epocale o sotterrare il Pd romano.
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