«Campi rom, il Regolamento dell’assessore Cutini è discriminatorio»

La denuncia dell'associazione 21 luglio che raccoglie alcune fra le cooperative sociali che si occupano dei nomadi

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“Il nuovo regolamento per i campi rom a Roma proposto dall’assessore Cutini è contraddittorio, discriminatorio e in molti punti incostituzionale” perché si basa su una visione emergenziale per la quale il “campo” è l’unica soluzione del problema.

ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO – Lo si legge in una nota dell’associazione 21 luglio che raccoglie alcune fra le cooperative sociali che si occupano dei nomadi. Infatti secondo il regolamento appena pubblicato i villaggi e i centri di accoglienza ”dovranno rispondere ai requisiti di abitabilità, ricettività, salubrità e sicurezza analogamente a quanto prescritto per altre strutture ricettive pubbliche quali alberghi, campeggi, edifici scolastici, strutture ospedaliere”. Compito dei gestori, che sono appunto cooperative sociali è quello di “certificare preventivamente la sussistenza di tali requisiti, pena la decadenza immediata delle convenzioni”. Secondo gli studi realizzati dall’associazione 21 luglio i due centri di raccolta di via Visso e via Salaria e tutti i 7 villaggi, non hanno i requisiti previsti della normativa, anzi, sono tutti in una “grave condizione di insanabili e quindi andrebbero chiusi mentre chi vi risiede dovrebbe andare in altre strutture a norma  programmate da un comitato inter-dipartimentale. Inoltre le coop chiamate a presiedere l’insediamento dovrebbe garantire il controllo degli ingressi sulla base dei dati anagrafici del censimento, registrare gli ospiti in un data base aggiornato e vigilare h24. Negli insediamenti viene prevista inoltre ”l’installazione di strumenti tecnologici finalizzati al rafforzamento dei controlli”.

IL DUBBIO – Di fatto si prevede  che eventuali visite di ospiti esterni dovrebbero avvenire previa comunicazione e rilascio in ”un pass orario”. Una linea che nel complesso non si discosta da quella di Alemanno che non prevedeva nessuna  strategia di inclusione, nè il superamento definitivo dei campi, ma si ipotizza la realizzazione di nuove aree attrezzate. Proprio mentre il sindaco parla di definitivo superamento dei campi.

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