Alberto Asor Rosa, Piero Bevilacqua, Carlo Cellamare, Vezio De Lucia, Vittorio Emiliani, Francesco Erbani, Enzo Scandurra, insieme a comitati e associazioni del Laboratorio Carteinregola e a Cittadinanzattiva Lazio, con una lettera aperta chiedono a Marino di fare luce su tutto il passato che ha prodotto questo presente, per segnare da subito, con i fatti, un’autentica discontinuità.
IL TESTO – «La trasparenza – si legge nella lettera – è il primo antidoto al malaffare e un dovere verso i cittadini che del malaffare sono le prime vittime. Non aver paura di raccontare la verità è l’unico modo per conquistare la fiducia della parte migliore della città, quella che vuole continuare a combattere per riportare la città nel perimetro della legalità, delle regole e del primato dell’interesse pubblico.» La legalità secondo i primi firmatari comincia anche dal rispetto delle regole, «senza cedimenti a deroghe, eccezioni, proroghe, regimi e incarichi speciali.» Quindi questa amministrazione deve cancellare il ricorso «ad affidamenti diretti per qualsiasi lavoro o commessa pubblica ed indire gare e bandi con criteri e graduatorie verificabili da chiunque» mentre il patrimonio pubblico può essere dato in concessione solo con criteri certi e trasparenti. Inoltre in base al censimento delle proprietà comunali deve essere varata una verifica degli aventi diritto a usufruirne, accertando la legittimità delle procedure, soprattutto per le proroghe delle concessioni come quelle degli immobili, degli impianti sportivi, degli alloggi, degli spazi pubblici in generale. «I cittadini – conclude la lettera – devono poter verificare da subito i criteri utilizzati e le reali necessità dell’amministrazione per le nomine e le assunzioni. Deve essere adottato immediatamente il criterio della rotazione obbligatoria, soprattutto per i dirigenti e il personale delle aree a più elevato rischio di corruzione».
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